Nel senese migliaia di aziende e lavoratori aspettano indennizzi e cassa integrazione

Sarà un senese a vincere alla lotteria degli scontrini? Da oggi potrebbe succedere, anche se la probabilità è a dir poco remota. Una su 53 milioni, stando ai dati del Ministero dell’Economia: “questa riffa di Stato è una inutile presa in giro – commenta Leonardo Nannizzi, Presidente provinciale di Confesercenti Siena – il costo di impianto sostenuto con soldi pubblici, unito a quello richiesto per l’attivazione del cashback, è di fatto uno scellerato spreco di soldi del contribuente, che in questo drammatico momento avrebbe potuto essere impiegato in modo ben più utile. E’ uno spreco, in un momento in cui le risorse andrebbero concentrate in sostegni a attività che sono impossibilitate e esercitare come vorrebbero.  Lo abbiamo detto in passato, continuiamo a sostenerlo”.

Il riferimento è a chi in questo momento incontra serie difficoltà economiche, sia come cittadino che come imprenditore, e a chi le incontrerà nei prossimi mesi: “in una fase così drammatica, gli sforzi dovrebbero puntare a salvare le imprese e i lavoratori che rischiano di non farcelamigliaia anche nel nostro territorio. All’opposto, con la lotteria o il cashback si finisce per premiare magari chi ha meno difficoltà, perché l’assegnazione dei premi e il rimborso non tengono conto del reddito di chi li riceve. E’ una misura iniqua e contraddittoria rispetto ai ritardi che lo Stato sta accumulando nell’approvvigionarsi di vaccini,  o nell’erogazione dei ristori promessi”.

Già in passato, Confesercenti aveva evidenziato il paradosso vissuto dagli esercenti, che in un momento economicamente già pesante come l’attuale sono stati costretti a spendere centinaia di euro per dotarsi dell’attrezzatura necessaria per consentire ai clienti di giocare alla lotteria: “avevamo chiesto almeno di poter utilizzare un credito d’imposta su queste spese, torniamo a ripeterlo adesso: chi ha sostenuto queste spese è per lo più chi aspetta  aiuti. E dovrà farlo anche prossimamente: la pandemia non è proprio finita qui, e lo sappiamo bene. E tantomeno finisce qui il contraccolpo economico su chi lavora: per questo a livello nazionale abbiamo proposto che gli indennizzi vengano estesi prescindendo dai codici ateco, e tenendo conto di tutto quanto sofferto nel 2020 e non solo a gennaio e febbraio, che erano mesi scarsi o nulli anche in tempi normali. Meno lotterie,  più indennizzi. Non è solo un punto di vista: è una richiesta di aiuto”.

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