Pierluigi Piccini
L'ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini

Piccini descrive tutti gli ostacoli del progetto presentato sabato scorso al Santa Maria della Scala

L’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, nel suo blog personale, ha deciso di contestare il progetto per il “nuovo” stadio Artemio Franchi, a cui sta lavorando, di concerto con l’amministrazione comunale, l’Acn Siena. Per la verità il consigliere comunale ha deciso di contestare anche quello che è stato il primissimo passo di un percorso che dovrà prevedere, per forza di cose (leggasi: norme e leggi), diversi passaggi prima di arrivare a una completa riqualificazione dell’impianto.

Piccini definisce infatti come “mini convegno” l’evento che si è tenuto sabato scorso al Santa Maria della Scala. Un incontro che ha avuto la “pretesa” soltanto di rappresentare uno step dal quale eventualmente partire: il racconto di un’esperienza positiva. Il convegno ha infatti avuto come interlocutori l’ex sindaco di Udine Furio Honsell, ex sindaco del Comune di Udine e Alberto Rigotto, ex direttore generale e attuale responsabile amministrazione, finanza e controllo dell’Udinese calcio, tra i più convinti fautori del “modello Udine”, ovvero il progetto portato a compimento sul nuovo stadio della società friulana.

Un “modello” per tutti nel mondo del calcio, dell’edilizia sportiva e dello sviluppo urbanistico, preso ad esempio a livello internazionali. Per tutti, ma non per Piccini, al quale, evidentemente non piace l’idea di riprogettare, ammodernare e riqualificare l’attuale Artemio Franchi.

Nel suo blog Piccini pone ostacoli pesanti: “La moralità del management, la pubblica utilità, gli interessi strategici della città, la valutazione del concept, della sua correttezza economica, delle destinazioni d’uso collaterali da proporre, del valore estetico e funzionale, dell’opportunità occupazionale, della valenza sociale, della sostenibilità ambientale, dell’innovazione tecnologica”.

Un lungo elenco di contestazioni che l’ex sindaco mette sul tavolo come se da una parte l’attuale proprietà del Siena fosse un’accozzaglia di dirigenti spregiudicati o, peggio, si celasse dietro una qualche speculazione. E dall’altra non ci fosse un’istituzione, ovvero il Comune di Siena, tutt’ora proprietario dell’impianto e “garante” di una qualsiasi operazione su un bene che era e rimane, per l’appunto, “comune”. Non solo filosoficamente, ma di fatto.

Soprattutto non si riesce a capire, nel ragionamento che fa l’ex sindaco sul suo seguitissimo blog, quale sia l’idea per ammodernare un impianto vecchio e lontano dai crismi attuali per una struttura positiva. La vecchia strategia, insomma, di dare contro, pennellando qua e là il discorso con asserzioni tagliate a metà.

Piccini tuona dicendo infatti che una volta per per tutte bisognerebbe che “gli investimenti portassero alla stabilità economica ‘per sempre’ del calcio senese grazie alla partecipazione diretta o indiretta agli asset produttivi”, ma non specifica quali siano tali indicazioni. Si contesta, in sostanza, proprio l’ammodernamento dell’impianto, ritenuto importante dall’attuale proprietà proprio per dare definitiva stabilità al calcio bianconero, ma non si capisce come tali investimenti di privati si dovrebbero bilanciare. Il periodo del “paga Pantalone”, ben conosciuto dall’ex sindaco, è finito da tempo.

Pierluigi Piccini non ricorda forse di essere stato, durante la sua lunga carriera da primo cittadino, il fautore del “Parco Urbano” che preveda lo spostamento dello stadio nelle campagne a Isola d’Arbia. Un progetto diventato obsoleto prima di vedere la pur minima luce e che suscitò critiche e perfino ilarità negli anni successivi. Forse è il caso che Siena cominci a pensare in maniera diversa e forse anche “normale”: nel pieno rispetto della legge e degli interessi della comunità, ma guardando a una struttura che finalmente consenta un futuro, invece di un polveroso passato.

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