Tittia corre un Palio a parte. Buone le prestazioni per Grandine e Carburo, annata no per Scangeo

Due i Palii da analizzare. Con considerazioni più su come è stata condotta, che su come è stata pensata strategicamente, tema che rimane da analizzare a dirigenze e popoli, non a noi.

Palio 1

Il primo quello di Tittia, con voto pieno, lode ed abbraccio accademico.

Palio 2

Grandine: sorprende tutti. Con un cavallo che credevamo molto, molto meno. L’accoppiata meno considerata diventa la protagonista della seconda corsa. Supera ampiamente la prova al rientro.

Carburo: lo aveva dichiarato nei giorni precedenti il Palio, non sono solo un killer. Avevamo scambiato le sue partenze nelle prove per strategia destabilizzante. Non era vero. Prende il tempo del via, spinge sempre, con una forza che avevamo  visto impiegata in altro. Da riproporre in questo ruolo.

Tamure’: rischia e ci rimette e tutti ci auguriamo che la sua caduta non sia con gravi conseguenze. La sua corsa, essendo all’esordio, andrebbe, da tutti, valutata su quello che ha fatto e non su quello che avrebbe dovuto o potuto fare.

Brigante: fino a che è in corsa il suo è un Palio dove fa tutti bugiardi, su linee interne.La caduta compromette il resto, con la consapevolezza che Tabacco non avrebbe mai ripreso Violenta, anche senza intoppi in corsa e  con tratiettorie interne. Dire che rischia sarebbe ingiusto, fa vedere quello che però non aveva mai fatto vedere.

VelenoII: ci aspettavano un film western ed invece vuoi la sorte di non metterli vicini, lui e Tittia, al canape, vuoi una mossa veloce, vuoi gli anni trascorsi che hanno innalzato un contendete ed opacizzato l’altro, la sua è una prova per nulla incisiva.

Ares: la Chiocciola lo coglie impreparato al canape, parte dietro, e dietro rimane, una volta caduto il gruppo centrale, la testa della corsa è ormai troppo lontana anche per il biondo.

Scompiglio: dà una mossa in cui sfavorisce l’avversaria, dando chance a tutti gli altri competitor della Tartuca. Non sarà un fantino politico, ma fa il Palio per i colori che porta. La lotta (discorso che vale anche per Ares) di nerbate nelle retrovie lo conferma come uno di quei fantini a cui, una volta messo il giubbetto te lo riporta comunque con onore.

Gingillo: alto al canape, con un cavallo all’esordio. Rimane dove forse il Palio della Lupa era stato fin dall’inizio. Le aspettative, viste le sue doti, sono sempre alte, ma senza i motori scoppiettanti, in un lotto così poi, diventa tutto complesso più di sempre.

Scangeo: ci aspettavamo da lui di più e forse, magari sbagliando, anche da Zio Frac. Rallentato in partenza, la sua corsa perde smalto. Quando potrebbe farsi vedere, cade. Annata no.

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

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