Gazzetta di Siena dà i voti ai protagonisti del Palio di Fucecchio

Le pagelle sono una questione spinosa, sempre. Per non dire antipatica. In un Palio con sette esordienti ed una prova in meno lo sono ancora di più. Esordienti che non devono e non possono essere delle scusanti ma che hanno avuto il loro peso in alcune situazioni a fronte anche di un ritmo del Palio differente, causa maltempo e ad un terreno che poi si è rivelato difficoltoso per alcune accoppiate.

L’analisi delle contrade che non hanno ottenuto il posto in finale può essere, per la maggior parte, cumulativa e segna un tempo diverso per il Palio di Fucecchio, dove Pusceddu per Bernarda e Zedde per Botteghe, entrambi con un soggetto alla prima esperienza, hanno marcato un’assenza alla contesa finale sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Non passa Migheli per Querciola su un cavallo Austesu che nel 2022 era piaciuto molto, ma le stagioni non posso essere sempre uguali.

Non passa Mereu in Raimonda su Compilation, non era il loro fondo, proprio no, non era la giornata giusta.
Poco prima dell’ingresso in campo delle 8 finaliste molti avrebbero scommesso su un dejavu, almeno tra Ferruzza e Cappiano. Era il timore di tutti, sulla base dell’esperienza. E invece no Capitan Nespeca e Capitan Bertini fanno lo switch, cambiano mentalità. Caria in Ferruzza e Siri in Cappiano tornano a casa, per noi, con un 10 a testa. Cuore, grinta, braccia, gambe e testa. Il resto della loro prestazione lo compiono i cavalli.

Hanno onorato giubba e fiducia e hanno dimostrato come li, in Buca, un posto debba per forza  esserci per loro.
Certo è che vedere queste due avversarie appaiate in corsa al secondo posto e non arroccate in difese estenuanti è stato emozionante. Un dieci sale anche fino a Torre per Adrian Topalli. Già la questione Topalli. Anche su di lui, come del resto su Siri, ci siamo venuti a noia. Topalli ieri su Zamura ha fatto faville. Lo raccontano i fatti. Ha corso da big. Punto. Ma anche a Massarella per Mula i numeri sono alti.

I rosaazzurri tornano in finale, dopo qualche anno. Assalto conferma doti e qualità. Si perdono poi in incisività in corsa, forse vanno larghi qualche volta, ma Shardana recupera con una batteria diverse prove opache. Un bel sette è tutto suo. Carboni e Tiepolo in Samo erano una accoppiata da cui forse forse ci aspettavamo di più, bene in batteria poi al primo posto al canape, tentano una rimonta ma un terreno così già era stato ostile a Tiepolone in passato, altrove. Una media tra batteria e finale gli dona un 6. Per Borgonovo la corsa finisce troppo presto e fortunatamente senza conseguenze né per Sanna né per Sultano.

In batteria le doti da dietro di Sultano e quelle da gr di Brigante sono una combinazione vincente, in finale si tengono larghi e con un inciampone finiscono la loro avventura. Una corsa impossibile da giudicare.
Più o meno lo stesso discorso vale per San Pierino, trovano un intoppo e Dino Pes e Blue Star segnano una battuta di arresto che gli farà perdere terreno e tempo. Ma la sufficienza è dovuta.
Troppo buoni? Ieri ognuna delle accoppiate della finale ha corso due Palii veri. Questo è un fatto indiscutibile.
Fin qui il Palio degli umani.

L’analisi della corsa va infatti sdoppiata tra una dimensione terrestre  ed una extra. Dal suo esordio nel 2016 Gavino Sanna, tolto l’anno di stop del 2020 del Covid, ha vinto quattro Palii, di cui tre in rossoverde. Rischiando di vincere anche nel 2018 per Sant’ Andrea e nel 2022 per Borgonovo. Numeri che fanno una storia. Lui e Banzay, bevono la strada che si trovano davanti, batteria e finale. La contrada si trova a non godere del vantaggio di essere la scelta più facile su cui puntare per paura di una purga e si prende una vittoria, la settima, più limpida di sempre.

Loro dicono sia l’aria di insu’, la stalla, la mentalità, un modo di fare contrada e Palio differente.
Certo è che in questi anni Gavineddu ha portato tre volte il Palio in Sant’Andrea con tre capitani differenti e questo è un piccolo dato che può spiegare molto.
Per lui, per loro, un dieci e lode è un voto “da ragazzi” e di sicuro non si acconterebbero.
Nelle lodi doverose a chi vince (e chi vince nel Palio ha sempre ragione) l’abbraccio accademico è per Banzay, preso al posto di un viaggio a Dubai. Sereno e tranquillo, lo abbiamo incrociato spesso per le strade di Fucecchio alto in questi giorni, con l’aplomb di un campione.

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui