Claudio Modola, l’animo senese che ha raggiunto l’arcipelago Lamu per ridargli la speranza

Kiwayu, un piccolo villaggio, un’isola oblunga e sottile che si trova incastrata fra le mangrovie, lungo la costa del Kenya. Non troppo distante dal confine somalo, o dalle milizie armate di Al Shabab che sfidano le difese del Kenya Defence Forces. Kiwayu, in mezzo a un arcipelago non troppo distante dal continente africano, è molto di più. Sono trecento bambini e seicento adulti. È un’etnia variegata, Bajuni, che mescola arabi e Bantu.

Kiwayu è una comunità che conosce ciò che il suo governo non sa: la malattia, la perdita della memoria storica e identitaria, la depredazione britannica delle mangrovie, il cocco invaso dagli elettroliti e il pesce razziato dai pescherecci cinesi. Kiwayu si è trasformata da comunità autosufficiente a popolo in attesa dell’inesistente aiuto governativo.

Ma un aiuto, a Kiwayu, sta arrivando. Non arriva dal governo kenyota ma da Sol.Id., in un intervento esplorativo che cerca di capire quale sia la chiave di volta per dare al villaggio ciò di cui ha bisogno.

Nell’approccio pragmatico della onlus, un’emergenza basilare prende il sopravvento: le famiglie non hanno da mangiare. E così persone come Claudio Modola, architetto senese, sono approdate nell’arcipelago di Lamu per impostare una rotazione che possa dare il giusto apporto nutritivo alla popolazione. Sotto l’albero del consiglio del villaggio è spuntato, come regali di Natale, un quintale di generi alimentari che volontari come Claudio hanno portato dall’Europa.

Lo sguardo che Kiwayu rivolte a Claudio è dubbioso. Anche lui li lascerà soli per non tornare come hanno fatto gli altri? Non un rischio azzardato, perchè queste azioni di solidarietà potrebbero perdersi se non perpetrate da altri. Kiwayu si trova nelle periferie del Kenya ma anche dell’Europa, di chi potrebbe dare una mano concentrandosi su un ‘problema minuscolo’ all’interno di una visione d’insieme immensa.

Kiwayu riceve cibo da Claudio e da tutta la Sol.Id., ma quel cibo è molto di più. È il primo passo per la riconquista di un senso identitario, l’orgoglio di un’appartenenza, la fierezza della diversità e la volontà di combattere per il proprio popolo e la propria terra. Così da Siena, per mezzo di Claudio, arriva qualcosa di estremamente prezioso: l’anima di una città che ha sempre combattuto, e contro le avversità del mondo è rimasta in piedi. Immortale.

Francesca Bonelli Grisostomi
Scrivere sempre, scrivere nonostante, scrivere e basta. ᴄ̴ᴏ̴ɢ̴ɪ̴ᴛ̴ᴏ̴ sᴄʀɪʙᴏ ᴇʀɢᴏ sᴜᴍ

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui