Dal 21 al 23 aprile torna la manifestazione sportiva che ripercorre i simboli della Toscana e del Made in Italy, lungo i sentieri dove un tempo viaggiavano pellegrini, viandanti, santi e guerrieri. Roberto Amaddii, presidente di Siena Runners, racconta come è nata l’iniziativa. “Adesso la Val d’Orcia è famosa in tutto il mondo, ma dieci anni fa non era così. Ci piace pensare di aver dato anche noi un piccolo contributo”
“Adesso la Val d’Orcia è molto famosa e il turismo è esploso, ma dieci anni fa non era così. Ci piace pensare che una piccola parte nel farla conoscere l’abbiamo avuta anche noi”. Roberto Amaddii è il presidente di Siena Runners, l’associazione senese che dal 2013 organizza la Tuscany Crossing, manifestazione sportiva che si snoda lungo uno scenario da sogno, la Val d’Orcia patrimonio Unesco, dove un tempo viaggiavano viandanti, guerrieri, santi, pellegrini e briganti. La prossima edizione, già sold out, si terrà dal 21 al 23 aprile. “Siamo arrivati ad oltre 900 iscritti, vuol dire portare 1.500-2.000 persone in Val d’Orcia. Chi viene qui non si ferma un solo giorno”.
“La Tuscany Crossing nasce da un’idea di un tour operator americano che portava gli atleti a correre nei parchi patrimonio Unesco – racconta Amaddii, protagonista della puntata di ieri sera di “Al Bar dello Sport”, trasmissione sportiva settimanale della Gazzetta di Siena – Ci mise la pulce nell’orecchio, pensammo: perché non proporlo in Val d’Orcia? Scegliemmo Castiglion d’Orcia, partendo da 50 km e 100 km. All’inizio sembrava una follia, visto che io organizzavo gare minori, sui 20 km. Fu la prima 100 km fuoristrada in Toscana. A promuovere la manifestazione non ci è voluto molto. Sono bastati il passaparola e la bellezza della location”. Boschi, vigneti, strade bianche, icone della Toscana e dell’Italia come i cipressi di San Quirico o la Madonna di Vitaleta, l’Abbazia di Sant’Antimo fondata secondo la leggenda da Carlo Magno, le vasche termali, borghi come Montalcino, Pienza, San Quirico e Rocca d’Orcia. “Basta unire i puntini”, prosegue Amaddii.

Ci sono le camminate da 14 e 54 km, le corse da 53 e 103 km e poi la 100 miglia, un percorso di 161 km da percorrere in un massimo di 34 ore. “La introducemmo nel 2019 per favorire il discorso del vivere un sogno. I primi la chiudono in 18-19 ore: vuol dire andare a 9 km all’ora, è quasi corsa pura. Anche chi si avvicina al tempo limite deve essere allenato. Serve saper gestire il momento di crisi, fare dei micro-sonni da massimo 20 minuti. C’è anche la differenza di clima. La Val d’Orcia ha cinque microclimi diversi e un’escursione termica che può passare da 0 a 30 gradi. A Vivo d’Orcia siamo sui 1.100 metri di altitudine”.
C’è poi il tema della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. “È prevista la squalifica se viene trovato un corridore a lasciare rifiuti in natura. In più, dall’anno scorso, siamo entrati nel circuito del plogging, disciplina che abbina il camminare o il correre alla raccolta dei rifiuti. Siamo prova qualificante del campionato, chi partecipa alla Tuscany Crossing può iscriversi al plogging, riceverà guanti e sacchi della spazzatura e a fine gara verrà valutato a seconda dei rifiuti raccolti”.

Siena Runner è un’associazione senese nata nel 2011, conta oggi una quarantina di tesserati che praticano podismo, trail running e corsa su strada e organizza gare in Val d’Orcia. La Tuscany Crossing edizione n. 10 si svolge dal 21 al 23 aprile, tutte le informazioni su tuscanycrossing.com.