La nota ufficiale di Italia in Comune sulle modifiche dello statuto

“Lo scorso 12 Giugno la Presidente dell’Asp (Azienda Pubblica Servizi alla Persona Città di Siena) Monica Crociani e da due Consiglieri di Amministrazione, tutti nominati dal Comune di Siena meno di due anni fa, comunicano le loro dimissioni. Nella lettera inviata alla Amministrazione Comunale di Siena si legge, secondo quanto riferito dagli organi di stampa locali, “…In particolare sono emerse, nel tempo, alcune differenze di visione strategica rispetto all’istituzione comunale di riferimento” “. Comincia così la nota ufficiale di Italia in Comune, che torna sulla questione dell’Asp Città di Siena.

“Nessuno – scrive Italia in Comune – , né l’assessore di riferimento Appolloni, né il Sindaco De Mossi, hanno sentito il bisogno di dare un minimo di spiegazioni o di informazioni su quali fossero le citate differenze di visione strategica in modo che i cittadini stessi (contribuenti ed elettori), fossero messi in grado di farsi una propria opinione e trarre le personali conclusioni. Ricordiamo solo uno scomposto “attacco” all’Asp da parte dell’assessore Appolloni sulla vicenda dei tamponi positivi, smentito dai fatti e nel comunicato della stessa Asp a direzione Crociani”-

“Poi è arrivata la bomba. Il 29 Giugno il Consiglio Comunale – prosegue la nota – ha approvato le modifiche allo Statuto dell’ASP provando a ingabbiare la figura del direttore con contenuti tutti da verificare attentamente anche dal punto di vista della tenuta giuridica. Ad evidenziare le forti perplessità circa anomalie procedurali e di legittimità delle modifiche votate nel Consiglio di ieri, oltreché politiche, si evidenzia che non hanno partecipato al voto i consiglieri di maggioranza Staderini e Minghi, mentre i consiglieri di maggioranza Sabatini e Marsiglietti non si sono presentati in aula”.

“Tempistica sospetta: davvero in due settimane appena queste modifiche allo Statuto (tutt’altro che tecniche ma pericolosamente sostanziali) sono stata pensate, redatte, presentate e approvate? Le dichiarazioni di Appolloni, successive all’infuocato Consiglio del 29 giugno, lasciano poi basiti: parole ingarbugliate che mostrano l’assenza di un obiettivo utile alla comunità senese e il dispregio di quelle regole che sono a garanzia di tutti noi cittadini, perché la legge deve essere uguale per tutti e gli amministratori, più di tutti, hanno l’obbligo di conoscerla e applicarla nell’interesse della comunità che rappresentano”.  

“Ma sinceramente – si legge ancora – non ci stupiamo più di questa mancanza di trasparenza e condivisione; questa Amministrazione di tale comportamento ne ha fatto un proprio stigma, oltre che una costante nel tempo. Non si può affatto tacere su questo anomalo e pericoloso passaggio amministrativo: mancanza di trasparenza, violazione dei principi normativi di riferimento a partire dalla Legge Regione Toscana n. 43 del 2004, disinteresse verso la buona gestione di un’azienda pubblica (l’Asp ha una personalità giuridica di diritto pubblico è dotata di un proprio Statuto e propri regolamenti interni che ne garantiscono l’autonomia, contabile, tecnica e gestionale. Essa gode di un proprio patrimonio, di autonomia finanziaria, funzioni e controllo dei Comuni del territorio di riferimento sono chiari)  su cui Il Sindaco avrebbe dovuto garantire”.  

“Perché attaccare – si chiede Italia in Comune – un’azienda pubblica che fin qui ha più che ben operato nella gestione e assistenza alle fasce più deboli e anziane della nostra Città, distinguendosi per l’efficacia della sua azione durante l’emergenza Covid? Cosa si cela dietro a queste forzature sulla modifica dello statuto? Chiari segni di un metodo di governo poco rispettoso delle norme e delle competenze e più tendente invece a premiare le appartenenze.  Era questo il mandato ricevuto dal Sindaco votato dalla maggioranza dei Senesi due anni fa? Come Italia in Comune Sezione di Siena ribadiamo che non ci appartiene la politica dell’intromissione nella scelta dei ruoli gestionali e operativi che, appunto, sono espressioni di capacità tecniche e professionali e non di appartenenza. Non ci appartiene la politica che usa strumenti dubbi e opachi per estromettere dalle pubbliche amministrazioni ruoli gestionali e operativi che hanno operato correttamente con evidenti risultati positivi”

“Vorremmo – conclude – che non appartenesse più alla nostra Città questo modo di gestire la Cosa Pubblica che permette di estromettere in maniera pretestuosa dalle pubbliche amministrazioni chi ha dimostrato di saper bene operare con evidenti risultati positivi. Sindaco, non le pare l’ora di voltare pagina e cambiare registro?”

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