Le determinazione della Procura arriveranno dopo l’estate e non è escluso che l’inchiesta possa allargarsi ad altre persone oltre Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, al momento unici indagati

Sono circa una decina i funzionari di Mps e gli esponenti della vigilanza bancaria sentiti come test dai pm della Procura di Milano, Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri, nell’ambito dell’inchiesta sui crediti deteriorati di Mps.

I due sostituti, ai quali l’inchiesta è stata recentemente riassegnata, hanno quasi terminato il supplemento di istruttoria resosi necessario dopo la perizia chiesta dal gip di Milano, Guido Salvini, che ha rilevato la ritardata contabilizzazione di 11,4 miliardi di euro di perdite su crediti nel periodo tra il 2012 e il 2015.

Le determinazioni della Procura, a cui Salvini aveva assegnato un termine di quarantacinque giorni per decidere sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio, arriveranno a settembre e non è escluso che l’inchiesta possa allargarsi ad altre persone oltre Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, al momento gli unici indagati con l’ipotesi di reato di falso in bilancio.

Nel corso dell’udienza dell’8 giugno le parti civili avevano chiesto di indagare anche per falso in prospetto e aggiotaggio e di chiamare in causa per i medesimi reati anche gli amministratori in carica nel 2016-2017.

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