La speranza dei cittadini è che il Comune acquisti il Castello a scopi turistici
Difficile immaginare l’espressione degli abitanti di Staggia, alla notizia che la loro Rocca è in vendita presso un’agenzia immobiliare.
Il Castello di Staggia è infatti il simbolo del paese, nonchè il nucleo identitario, attorno al quale si è sviluppato nei secoli l’abitato urbano fino ai giorni nostri.
Un gigante di pietra di 890 metri quadri, con oltre venti stanze, per una cifra che non è poi irraggiungibile, ovvero 3,5 milioni di euro.
La notizia non è dell’ultim’ora, in quanto la proprietà, la poggibonsese Imer International, l’ha messa in vendita dall’anno scorso. Però proprio in questi giorni sono comparse sui social le immagini della pubblicità immobiliare, e la cosa ha lasciato a bocca aperta diversi cittadini.
Sicuramente, con la crisi in atto, non è che siano arrivati molti possibili acquirenti. Del resto gli investimenti da fare, per rendere tale struttura “produttiva” dal punto di vista economica, sono ingenti. Anche se il Castello meriterebbe sicuramente di essere valorizzato dal punto di vista turistico. Negli ultimi anni infatti è stato utilizzato a fini culturali, e di questo ne ha potuto godere l’intera economia paesana.
Del resto, il futuro turistico di Staggia non può prescindere dalla Rocca.
“Perché non lo acquista il Comune di Poggibonsi?” è stata la domanda più frequente che si poteva leggere sui social o sentire al bar in questi giorni. Un’operazione non facile, ma certamente non impossibile, se si pensa che proprio l’anno scorso il Comune di Colle val d’Elsa si è impegnato in una simile impresa, acquistando la Casa Torre di Arnolfo.
La rocca di Staggia ha probabili origini longobarde ed era inizialmente staccata dal borgo sottostante. La prima documentazione del luogo è precedente al 953 e riguarda la ecclesia sancte Mariae nella curtis di Staggia. Del castello si parla invece in un documento dell’anno 994.
Le famiglie che dominarono questo castello furono inizialmente i Lambardi, ai quali succedettero i Soarzi e poi i Franzesi.
La posizione geografica, che vide questo luogo posto sul confine di più stati, non aiutò affatto i signori di Staggia i quali, a partire dal XII secolo si ritrovarono al centro di dispute tra Siena e Firenze. Inoltre Staggia faceva anticamente parte della diocesi di Volterra ed era confinante con quella di Siena e di Firenze: la sua chiesa di Santa Maria Assunta infatti era sottoposta al Vescovo di Volterra e alla Pieve di santa Maria in Castello (tra Strove e Scorgiano, ora Comune di Monteriggioni).
Agli inizi del XII secolo il declino dei Lambardi fece sì che i loro possedimenti nella zona passassero alla famiglia dei Soarzi.
Nella seconda metà del XII secolo i Soarzi, il cui dominio si estendeva in quasi tutta la valle dello Staggia, appoggiarono le politiche di espansione territoriale dei senesi, mentre a fine secolo il cassero di Staggia fu acquistato dalla famiglia dei Franzesi, ricchi banchieri che lo tennero fino al 1361, anno in cui furono costretti a venderlo al Comune di Firenze per 18.000 fiorini d’oro.
Sotto i fiorentini fu eseguito il potenziamento delle mura di Staggia. Altri lavori di fortificazione furono fatti nel 1431 e permisero al castello di resistere agli attacchi di Filippo Maria Visconti, allora in guerra con Firenze. Dopo la caduta di Siena nel 1555 Staggia perse il suo ruolo di avamposto militare e si trasformò in un paese contadino, di periferia, facendo perdere significato e importanza alla fortificazione.
Una storia lunga e gloriosa, della quale gli abitanti di Staggia sono giustamente orgogliosi. E che oggi è messa sul mercato internazionale, nella speranza che qualche ricco amante possa portare nuovi investimenti.