Intervista al tenore senese Samuele Simoncini: “Una farsa tragica per gli spettacoli e la cultura”

Il tenore Samuele Simoncini è stato il primo senese a tornare ad esibirsi all’Arena di Verona dopo il grande Baritono Ettore Bastianini. Nell’agosto 2019 è stato protagonista dell’Aida di Verdi interpretando il ruolo di Radames. Ne ha fatta di strada dalle prime lezioni alla Diapason di Siena, un percorso ed una carriera importante che solo la pandemia da Coronavirus ha momentaneamente interrotto. Ma è giunto il momento di ripartire: “In realtà per il Teatro d’Opera sarà una “mossa falsa” per dirlo alla senese, una falsa ripartenza. E’ vero che i teatri potranno riaprire dal 15 Giugno ma le disposizioni riguardo il distanziamento sono ancora troppo rigide e nella maggior parte delle realtà teatrali, sarà impossibile riaccendere i riflettori con massimo 200 spettatori in sala. C’è da considerare anche la difficoltà di mantenere le distanze nelle buche orchestrali, o sulla scena con figuranti ed artisti del coro. Sono molto indignato poiché ho appena appreso che dal 15 giugno, sugli aerei di linea sarà abolito il distanziamento. Una farsa tragica, un altro schiaffo in faccia alla cultura che in questo momento viene considerata l’ultima ruota del carro”.

Cosa accadrà, quindi?

“Per il momento ripartiranno solo i festival estivi, con forti ridimensionamenti rispetto ai programmi originali. Dovevo esibirmi tutta l’estate all’Arena di Verona con diversi ruoli ma purtroppo sono stati costretti a cancellare tutta la stagione d’Opera”.

Eventuali nuovi appuntamenti?

“Attualmente, il primo appuntamento sarà in Dicembre con Aida a Saint Gallen in Svizzera dove tornerò ad interpretare il condottiero egizio Radames. Purtroppo senza la certezza di una ripresa effettiva, i teatri temporeggiano”.

Quali sono i progetti saltati?

“Purtroppo tante belle produzioni: Turandot di Puccini a Modena e Piacenza, l’Amleto di Franco Faccio e il Dittico Le Villi – Il Tabarro di Puccini al Teatro Filarmonico di Verona e poi come ho detto, Aida e Nabucco di Verdi nella Stagione Estiva Areniana. Forse non tutti sanno che i contratti artistici non ci danno praticamente nessuna tutela, ma anzi, hanno una clausula di “cancellazione per forza maggiore” per cui a noi cantanti non spetta nessun risarcimento in caso di cancellazione. Fortunatamente la Fondazione Arena di Verona mi ha riconfermato con gli stessi ruoli per l’estate 2021”.

Dove e come ha trascorso questo periodo di quarantena?

“Il 7 marzo stavo facendo le prove della Turandot di Puccini al Teatro Pavarotti di Modena. La produzione ci ha notificato improvvisamente il “decreto Conte” con cui chiudeva l’Italia intera ed alle otto di sera presi dal panico siamo letteralmente scappati verso le nostre città di residenza. Io sono tornato a casa mia a Siena ed ho passato qui tutto il periodo. All’inizio ero sopraffatto per lo sgomento, poi ho cercato di portarmi avanti con il lavoro studiando nuovi ruoli per essere pronto e dare un senso a questo tempo libero. Il cantante lirico è un atleta a tutti gli effetti”.

In che senso?

“Ebbene si, il canto è un gesto atletico e come tale deve essere allenato attraverso esercizio e studio quotidiano”. 

Cosa l’ha fatta riflettere?

“La fragilità dell’essere umano di fronte ad eventi come questo, l’inefficienza di alcune istituzioni, la disuguaglianza nel trattamento assistenziale. Sono consapevole che gli effetti devastanti di questa pandemia saranno evidenti in maniera più consistente solo nei prossimi mesi”.

Come immagina adesso il futuro?

“Spero vivamente che venga trovato al più presto una cura per questo virus di m… e che si possa ritornare alla normalità che tutti auspichiamo… anche se temo che niente sarà più normale”.

La rivedremo a Siena nelle sue vesti professionali?

“Questo dovrebbe chiederlo a chi si occupa di cultura e spettacolo a Siena. Io non mi sono mai tirato indietro di fronte alle rarissime proposte ma come sa, nemo propheta in patria”.

Luisa Valenti

Il tenore senese Samuele Simoncini

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