Dal 18 settembre 2020 al 30 settembre 2021, le opere tridimensionali di Salvador Dalí in mostra nel Palazzo delle Papesse. Il curatore Carminati: “Per noi, Siena, è una scelta estremamente prestigiosa”

Il prestigioso Palazzo delle Papesse, luogo emblematico per anni nella celebrazione dell’arte contemporanea nella città del Palio, riapre le sue porte e lo fa glorificando l’arte e il genio di Salvador Dalí.

Dal 18 settembre 2020 al 30 settembre 2021, nel cuore del centro storico di Siena, il più antico palazzo rinascimentale della città voluto da Caterina Piccolomini sarà involucro e cornice suggestiva di una mostra dal respiro internazionale e dal grandissimo spessore artistico e culturale.

Per noi Siena è una scelta estremamente prestigiosa, così come la location, il Palazzo delle Papesse” racconta Ferruccio Carminati, curatore dell’esposizione. “Il periodo della mostra, dopo la presentazione del progetto alla Banca d’Italia proprietaria dell’immobile – continua Carminati – era previsto dal 28 marzo 2020 al 30 ottobre dello stesso anno ma, causa emergenza sanitaria, abbiamo dovuto rimandare”.

La scelta delle opere, selezionate all’interno della vastissima produzione artistica di Salvador Dalí, è invece rimasta la stessa: “Avremo circa 200 opere – dice Ferruccio Carminati – divise tra quelle grafiche, quelle realizzate in pasta di vetro, piuttosto che mobili e sculture in bronzo“.

Da un’arte, come quella di Salvador Dalí, che scaturiva da qualsiasi materiale avesse a disposizione, si è scelto per Siena il tema del tridimensionale: “Al Palazzo delle Papesse – dice il curatore – sarà presentata la più considerevole collezione di sculture di Salvador Dalí, soprattutto le sue preferite, di cui cedette i diritti a Beniamino Levi, il più grande collezionista al mondo delle opere del maestro del Surrealismo nonché organizzatore di questa mostra“. Le opere selezionate ed esposte al Palazzo delle Papesse provengono difatti da una collezione unica, quella della Dalí Universe, assemblata con passione da Levi, mercante d’arte, negli ultimi 40 anni.

A Siena le opere tridimensionali arriveranno ad avere altezze comprese tra gli 80 cm e i 5 metri: strutture giganti trasportate nella città toscana direttamente dalla Svizzera.

Ferruccio Carminati, individuando i punti chiave dell’esposizione, si sofferma su un particolare inerente al senese luogo espositivo: “Il Palazzo delle Papesse è stato luogo di studio di Galileo Galilei che andava sull’altare di questo palazzo a studiare le stelle. Ecco dunque – continua il curatore – che abbiamo deciso di appoggiarci all’esperienza dell’Osservatorio astronomico di Siena nel tentativo di comprendere quali possono essere state le influenze del genio di Galileo su quelle di Salvador Dalí che era molto appassionato, oltre che di arte naturalmente, anche di scienza e quindi di fisica, matematica ma anche di astronomia esprimendo poi questa sua passione in alcuni dei suoi quadri”.

Cercheremo di avere una mostra che sia la più divulgativa possibile nel modo più chiaro e trasparente – conclude Carminati – perché vogliamo riuscire a trasmettere, anche da un punto di vista didattico, tutti i contenuti presenti in mostra. Essenziale, sotto questo profilo, il coinvolgimento delle scuole, così come degli studenti universitari che avranno l’opportunità di trovare molto materiale su cui riflettere intorno alla figura del grande artista. Avremmo inoltre due luoghi, due stanze laboratorio dedicate ai bambini in una delle quali una scultura di Dalí ivi collocata, sarà ispirazione e stimolo di fantasia con l’idea di avere, a quel punto, dei piccoli artisti all’interno di un museo”.

Le parole di Ferruccio Carminati si muovono in parallelo a quelle di Eleonora Raito, prima ad aver pensato alla possibilità di una mostra dal carattere internazionale sulla figura di Salvador Dalì per la città. “Siena – dice la Raito – è una città universitaria che cura in maniera molto particolare gli studenti: abbiamo avuto contatti con l’assessore Benini già entusiasta del progetto e verranno coinvolte le scuole di città e provincia, a partire dalle elementari e fino alle classi superiori, per appassionare i ragazzi nell’esperienza della mostra”.

Alla base dell’idea di portare un’esposizione così prestigiosa nella città toscana “c’era anche l’intento – spiega Eleonora Raito – di dare una spinta, una ripartenza a Siena; tutte le persone che saranno assunte per il lavorio della mostra, saranno appartenenti al territorio senese ed abbiamo già preso contatti, per esempio, con la presidente delle guide senesi per un loro coinvolgimento una volta aperte le porte della mostra. Allestire questa mostra – conclude la Raito – è un’idea che Banca d’Italia, proprietaria del Palazzo delle Papesse, ha apprezzato particolarmente; la struttura è un contenitore museale vuoto, e il suo inutilizzo è uno spreco per questo luogo meraviglioso e, in generale, per la città di Siena”.

Le parole di Ferruccio Carminati, curatore dell’esposizione su Salvador Dalí e di Eleonora Raito, ideatrice prima della mostra nella città di Siena.

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