equosistema

Le storie di Siena e dei senesi nella rubrica di Arianna Falchi

La pandemia ci ha messo di fronte a noi stessi, costretti a fare i conti con problematiche, oltre a quella sanitaria, che fino a questo momento avevamo forse eccessivamente trascurato. Il filo di Arianna oggi racconta una nascita, quella di Equosistema (qui la pagina Facebook), associazione capitanata dal presidente Ernesto Campanini e formata da un nutrito gruppo di senesi e non solo, con una forte attenzione verso la sostenibilità, intesa non solo come salute ambientale, ma anche come equità sociale e vitalità economica. Una circolarità a 360°, come tiene a specificare il presidente, un gruppo vivo e che, con trasparenza, non ha paura di parlare di politica e di affermare ciò che pensa. La particolarità di Equosistema, è l’aver messo insieme personalità attive e competenti nel campo scientifico. Oltre al presidente Campanini, il direttivo è composto dalla vice presidente Marta Fabbrini, il segretario Alessandro Maria Baldi e la tesoriera Agnese Fattorini. Il gruppo scientifico vede la cooperazione di Dario Caro, Edoardo Conticini, Niccolò Fattorini, Benedetto Rugani e Caterina Zei.

Il presidente di Equosistema Ernesto Campanini

Ernesto Campanini, cos’è Equosistema?

Un’associazione che si occupa delle problematiche cittadine e non solo. Per quanto riguarda la sostenibilità e la circolarità, vogliamo perseguire gli obiettivi dell’agenda 2030 definiti dall’Onu. Vogliamo proporre una riflessione che comprenda tutta l’area vasta. Lo sviluppo dell’agricoltura, ad esempio, lo vedo come un settore importante dove investire per creare anche posti di lavoro. Credo che l’espansione professionale dell’agricoltura di qualità sia importante per un territorio come il nostro. Cerchiamo di proporre la sostenibilità e la circolarità in ogni ambito, dalla cultura alla salute, dall’economia all’ambiente, senza dimenticare ovviamente l’aspetto ecologico. Sul territorio ci sono già aziende che guardano alla transizione ecologica.

Come è nata l’associazione? Chi sono i suoi membri?

Equosistema è nata da persone diverse l’una dall’altra, a cui interessa fare buon dibattito e con un forte interesse verso l’ambiente e la sostenibilità. Per quanto mi riguarda, la mia sensibilità verso l’ambiente è cresciuta molto quando ero consigliere comunale per il Comune di Siena. Studiando la gestione dei rifiuti, cominciai a capire che c’erano grosse falle. Da lì ho iniziato ad informarmi da neofita. Ho cercato di studiare e da lì nata idea di creare un’associazione mettendo insieme persone già esperte nel settore. Volevo un’associazione che non fosse solo ideale ma anche fatta di competenza, che potesse rispondere alla domanda “quali sono le cose che si possono fare nel nostro territorio?” con proposte concrete basate su uno studio scientifico. Non sono io il competente, io ho cercato di mettere insieme queste persone ed è stato molto faticoso, ma anche molto divertente. Qualcuno ha lasciato Siena e vive all’estero, altri ci hanno vissuto o comunque hanno avuto esperienze fuori dalle mura senesi dove sono nate o hanno studiato. Stiamo cercando di collaborare e aprirci anche con persone fuori Siena, ma che vivono la Toscana nella parte sud.

La parola “sostenibilità” fa pensare subito all’ambiente, ma il senso è molto più ampio…

La sostenibilità è quasi una filosofia: non basta fare la raccolta differenziata se poi bruciamo la plastica per fare energia. Come ho già detto, l’associazione non si occupa solo di ambiente, ma intende la sostenibilità e la circolarità applicabili ad ogni ambito della nostra società, a partire dalla salute che in questo momento è in primo piano, fino al lavoro e all’economia. Altro argomento fondamentale è l’energia per il nostro futuro: Siena parte avvantaggiata perché e carbon free. Non avendo grandi industrie è più facile, però anche in questo senso devono esserci degli equilibri; se non ci sono posti di lavoro, diventa un problema.

Prima ha parlato di collaborazione ed espansione anche con il resto della Toscana sud. Crede che negli anni si sia peccato di troppa chiusura?

Assolutamente sì. Abbiamo sempre avuto un ragionamento “sienacentrico” e non mi è mai piaciuto. Siena nel futuro è una Siena che si apre, noi siamo parte di un territorio importante ma che deve collaborare con ciò che è intorno. Non si può pensare di fare ciò che vogliamo per vial della grande storia che abbiamo alle spalle, che comunque resta. Abbiamo come risorsa un patrimonio come gli studenti, che va conservato e sviluppato. Credo che nel futuro non potremo essere una città di 50mila abitanti chiusa in se stessa. Non una grande Siena, ma una Siena che collabora. Altrimenti diventiamo un piccolo museo, molto bello, ma difficilmente attrattivo per chi vuole abitarci. Sono ottimista. Se è vero che prima c’era questa idea di superbia, ora le cose stanno un po’ cambiando perché le persone stanno iniziando ad andare via. Spesso vediamo ragazzi che vanno via, se vogliamo vivere dobbiamo aprirci.

A breve il ministro Cingolani dirà dove andranno i soldi del Recovery Plan destinati all’ecologia. Che ne pensate?

Importantissimo intervenire perché vengano fatti investimenti mirati e che abbiano basi anche scientifiche. Che non siano solo soldi utilizzati per appianare un debito. La parte di Cingolani sulla transizione ecologica è importante: dovremo vedere come verranno investiti i fondi.

Come è stato mettere in piedi il gruppo in questo periodo di contatti limitati?

La tecnologia ha aiutato molto. D’altra parte, manca tutto quello stare insieme e confrontarsi in maniera animata che si fa solo di persona. Specialmente quando il gruppo è numeroso, diventa difficile non vedersi, siamo animali sociali. Se siamo di persona ci si capisce meglio. Lo schermo aiuta per la distanza, ma è sempre una barriera. Ci sentiamo tutti i giorni e diciamo tutti che non vediamo l’ora di ritrovarci.

In programma anche incontri e convegni…

Per partire, stiamo cercando di capire l’andamento pandemico per fare una parte di incontro in presenza e un a parte in remoto. Un argomento, se non proprio il primo, sarà su che cos’è la circolarità. Se ne occuperà il gruppo scientifico e sarà diretto a giovani e adulti, un modo per chiarire e far capire a quante più persone possibili il significato del termine. Poi dovremo capire quale sarà il metodo di comunicazione migliore.

Da subito vete parlato di politica…

Per me è importante la trasparenza. Non abbiamo paura della parola politica, nel concetto più nobile del termine. Per me non è un’offesa. Quando mi occupo della cosa pubblica e della sostenibilità a 360 gradi non è una parola a caso. Abbiamo un nostro orientamento, ma entriamo in argomenti concreti facendo buona informazione e magari prendendo le nostre posizioni dicendo quello che pensiamo. Non bisogna aver paura di quello che si pensa. È il sale della democrazia.

Che consiglio darebbe a chi vuole rendere la propria quotidianità più sostenibile?

Oltre alla gestione dei ridiuti e quindi fare la raccolta differenziata, credo che la parte più importante sia l’acquisto. Ad esempio l’alimentazione, può essere sostenibile! Si può stare attenti a cosa mangiamo, gli allevamenti intensivi inquinano tantissimo. Porre attenzione a come e dove comprare è fondamentale. Un altro buon metodo per la riduzione dei rifiuti è l’acquisto di prodotti sfusi, al posto di quelli imballati.

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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