Le storie di Siena e dei senesi nella rubrica di Arianna Falchi

Il lato utile dei social networks. Il filo di Arianna incontra Fall in Law,

il profilo Instagram che spiega la Legge con un linguaggio accessibile a tutti

Il nostro filo oggi ci porta nel complesso dedalo della Legge. Potrebbe sembrare un arduo compito, ma a rendere più facile (e anche divertente) questo viaggio, arrivano in nostro soccorso tre determinatissime giovani senesi: Camilla Biotti, Elisa Biancucci e Nina Iannaccone, amiche, laureate in Giurisprudenza all’università di Siena, abilitate all’esercizio della professione forense e oggi sulla strada per diventare magistrati. Non solo libri per le tre professioniste, ma anche la voglia di mettersi al servizio delle persone, veicolando le loro conoscenze attraverso i canali ad oggi più accessibili a tutti: i social. Ecco che nasce Fall in Law, profilo Instagram da quasi 2600 followers e in continua crescita, dove anche chi è completamente “a digiuno” di diritto, può riuscire a comprendere leggi, casi di cronaca e tutto ciò che riguarda la giurisprudenza.

Come nasce Fall in Law?

L’idea è nata durante il periodo di novembre 2020, in procinto della nuova ondata di contagi e di un’altra chiusura. Ci siamo fatte forza a vicenda e abbiamo pensato che condividere le nostre informazioni e le nostre competenze su Instagram sarebbe stato utile sia per noi che per le gli utenti, sia quelli comuni che per quelle persone che studiano in questo ambito, un luogo per confrontarsi. Siamo reduci daun’intensa preparazione per concorsi esami e concorsi pubblici, spesso costrette in casa sommerse da pagine di libri e questo ci è sembrato buon modo per evadere dalla quotidianeità, sfruttando altri canali.

Qual è l’obiettivo?

La finalità è quella di rendere intellegibili e accessibili nozioni e notizie a chi non sa nulla di diritto. Qualcuno può crearsi un’idea sbagliata nel sentire notizie di cronaca: non essendo possibile rivolgersi sempre a un avvocato per qualunque cosa o dubbio, abbiamo cercato di rendere più fruibili queste cose in maniera facile. I social, Facebook e Instagram in particolare, sono diventati fonti quasi primarie di informazione.

Oltre a contenuti esaustivi, un’occhio particolare alla grafica del profilo…

Il logo ce lo hanno fatto, il ragazzo di Nina studia design e se ne è occupato. Il bilanciamento tra cuore e libri però è stata un’idea è nostra. Abbiamo subito avuto l’intenzione di avere una pagina pulita con 3 settori: attualità, dove si parla dei casi di cronaca che hanno fatto più clamore come il caso di Willy Duarte, la vicenda di piazza San Carlo a Torino, la questione del catcalling e altri. Una sezione video dedicata ad approfindimenti di giurisprudenza e poi una terza parte riservata ad interventi di ragazzi che hanno scelto percorsi diversi dal nostro: gli abbiamo voluto dare voce per aiutare chi deve scegliere la propria strada, per capire quali porte si possono aprire dopo la laurea. Cerchiamo anche di fare collaborazioni interdisciplinari: abbiamo ospirato una psicologa, una criminologa, un notaio e molti altri.

Avendo a che fare con “il grande pubblico”, che idea vi siete fatte sul generale livello di informazione?

Ogni tanto facciamo anche dei quiz. Abbiamo tanti studenti che ci seguono e sono abbastanza preparati. Poi c’è la parte di pubblico “a digiuno” di diritto che magari fanno ragionamenti di logica e provano a ragionare sul caso concreto, arrivando alla soluzione più ragionevole. In passato, la professione dell’avvocato come quella del medico, era perlopiù inaccessibile, un sapere diffuso tra pochi. Ora, oltre ad essere studi alla portata di tutti, i media diffondono meglio certe nozioni, ma può essere rischioso: a volte c’è troppa superficialità. Da qui l’idea di una giustizia sommaria e approssimativa. Il nostro vuole essere un aiuto a comprendere meglio anche questioni più tecniche. Per capire meglio, è come quando ci si improvvisa medici perché si è letto qualcosa su internet. Anche nel nostro campo è così. Ci teniamo a precisare che le nostre non sono consulenze legali, rendiamo solo un servizio generico per tutti. Il consiglio più importante è quello di rivolgersi sempre ad un professionista.

C’è un tema che vi è particolarmente caro?

Il nostro è un team femminile. Teniamo molto al diritto della donna, ai casi di violenza sulle donne e alla parità di genere. C’è ancora da lavorare tanto sulla condizione femminile, sopratutto nel lavoro, compreso il nostro campo.

Instagram è un mondo patinato e, spesso, legato all’immagine, ma voi riuscite comunque ad attrarre pubblico…

Il settore penalistico attrae molto di più. L’istituto base semplice non interessa molto. Rispetto ad altre pagine che hanno temi più frivoli, ancora c’è un po’ di reticenza, anche se noi utilizziamo un linguaggio semplificato. Comunque, abbiamo un pubblico variegato e che chiede di avere una via di mezzo.

Cosa provate nel vedere i frutti del vostro lavoro?

È gratificante e bello. Sopratutto quando vediamo che il contenuto è apprezzato, quando ci fanno complimenti in direct, è molto appagante. Le interazioni fanno piacere e alcuni post ricevono anche tanti likes. Il nostro è un percorso lunghissimo che ti dà delle soddisfazioni enormi, ma che dura tanti anni. Durante il periodio di preparazione, si studia costantemente tutto il giorno e mettere anche a frutto quello che abbiamo approfondito e vedere che le persone lo capiscono, è una grande soddisfazione. Grande soddisfazione arriva anche dalla fiducia che le persone e gli studenti ci danno, si fidano di noi e del nostro background. Qualcuno ci guarda per ripassare in vista degli esami.

Progetti futuri?

Andiamo avanti spedite! Prossimamente avremo una collaborazione con la pagina Passaporto Futuro e ci hanno anche invitate a tenere un convegno. Inoltre, in cantiere ci sono nuove rubriche e format.

E da grandi cosa volete fare?

I magistrati!

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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