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Le storie di Siena e dei senesi nella rubrica di Arianna Falchi

Oggi il nostro filo prova a tenere il passo del direttore della Gazzetta di Siena Alessandro Lorenzini, recentemente apparso nella trasmissione di Icarus Ultra per Sky Sport ‘Diecimila passa nella Bellezza’.

Un viaggio tra vicoli e luoghi del cuore, per una Siena inedita che incanta con le sue meraviglie nascoste

Un momento… ma quello è il direttore! Ebbene sì, stavolta il nostro filo se la suona e se la canta. Protagonista di questa puntata è (rullo di tamburi) il nostro beneamato Alessandro Lorenzini (o Elio Fanali, che dir si voglia), direttore proprio della Gazzetta di Siena, testata che ci ospita tutti i lunedì mattina. Quindi, stamani facciamo colazione con questo, con il racconto del direttore che ci spiega come mai ce lo siamo ritrovati in tv, nientepopodimeno che su Icarus Ultra per Sky Sport, nella trasmissione ‘Diecimila passi nella bellezza’. Ci siamo sentiti onorati anche noi della Gazzetta, specialmente perché il racconto del nostro direttore si snoda attraverso i meravigliosi luoghi della città, quelli più intimi e nascosti, che fanno battere il cuore dei senesi e che incantano chi arriva da fuori, alla scoperta di ciò che la città può dare. Il tutto, condito da piccole nozioni sportive. Quindi, a passo di marcia (e che passo, direttore!), il giornalista Alessandro Lorenzini ci ha fatto scoprire scorci inediti anche a chi vive dentro le mura da tutta la vita. Oggi, il nostro filo prova a tenere il passo, entrando nel dietro le quinte di ‘Diecimila passi nella bellezza’.

Alessandro Lorenzini, come è nata la collaborazione con Sky Sport?

La collaborazione è nata attraverso gli uffici dell’assessorato al turismo del Comune di Siena, che hanno dato una mano e coadiuvato l’organizzazione di Icarus Ultra per la trasmissione “Diecimila passi nella bellezza”. Cercavano testimonial della città che avessero una conoscenza del luogo e che fossero interessati anche a degli aspetti sportivi. Infatti, gli altri testimonial di eccezione sono stati Bernardo Corradi, Don Enrico Grassini, Martina Dei, il ciclista Partik Martini e Giovanni Mazzini. Quindi hanno spaziato tra le varie personalità che fossero legate alla città di Siena. Io non mi definisco esperto di niente, come diceva Socrate, “so di non sapere”, ma penso di conoscere un po’ la città dove vivo e lavoro. Oltre alla professione che faccio sono appassionato e pratico sport.

Qual è stato l’itinerario percorso?

La mia tematica era la Siena nascosta. Abbiamo voluto cercare quelle parti della città percorribili con un percorso di fitwalking che magari sono poco conosciute al grande pubblico. Dal vicolo degli Orefici al vicolo delle Carrozze, dal Tiratoio alla Basilica dei Servi. Sono luoghi cari ai senesi, ma più sconosciuti a chi viene da fuori. Siena stupisce continuamente anche chi ci abita come noi: capita, ogni tanto, di alzare la testa e vedere cose che lasciano a bocca aperta anche se magari ci viviamo da decenni. Era una vita che non andavo nel vicolo degli Orefici, ad esempio.

Oltre che per il grande pubblico, crede che sia stato un “regalo” anche per i senesi?

Sì. Non penso di essere all’altezza di fare regali alla città, però questo ha una finalità importante di promozione del territorio, oltre ad unire l’aspetto salutistico dello sport. Sicuramente può essere uno strumento per chi vive la città e, tra tutti gli impegni quotidiani, può capitare di viverla in maniera rapida, senza il tempo di approfondire determinate curiosità e di riscoprire angoli nascosti che forse sono nei ricordi dell’infanzia e della giovinezza. Io ho provato questa sensazione qui. Oltre ai vicoli, anche la Basilica dei Servi ha avuto un forte impatto. A volte sappiamo che ci sono delle cose meravigliose a due passi da noi, ma le dimentichiamo.

Come è stato rivedersi?

Io sono sempre molto critico ed ho cercato di mettermi nei panni di chi, magari, non conosceva questi argomenti. Ho cercato di “capire se sono riuscito a farmi capire”. Alcune cose sono venute bene, altre… no! Sono forse troppo severo, ma alcune cose potevano essere spiegate meglio. Il mio approccio verso me stesso è stato autocritico, poi ovviamente la produzione di alto livello ha dato vita ad un risultato di un livello altrettanto alto.

Dal punto di vista professionale, come è stato collaborare con una delle principali emittenti televisive?

Non e la prima volta che mi capita, ho già avuto collaborazioni con emittenti e testate nazionali. Però è una bella soddisfazione avere a che fare con certe realtà, anche per una crescita professionale. Quando entri in contatto con situazioni nuove, non necessariamente peggiori o migliori, ma comunque nuove, hai sempre qualcosa da imparare. Ho detto subito di sì anche per questo. Ho potuto vedere tecniche di montaggio e di ripresa che non conoscevo, ho imparato qualcosa in più: quindi il mio approccio non è stato solo da professionista, ma anche da alunno.

Quanto sono importanti questi progetti per il territorio, specialmente in un periodo di difficoltà in ambito turistico?

Sono fondamentali. Erano fondamentali prima, ma sicuramente lo sonoadesso. Oltre all’attrattività, vi è anche un motivo di crescita. Se la città si apre ed entra in contatto con realtà diverse e professionalizzanti, cresce inevitabilmente. Dal punto di vista promozionale ai fini turistici, poi, è fondamentale. Anche se non ci fosse la situazione legata alla pandemia, entrare in contatto con una produzione come Sky, lascia sul territorio qualcosa di altamente professionalizzante. Se ci chiudiamo nelle nostre mura, non cresciamo mai. Poi dobbiamo fare di tutto per far sì che queste professionalità che si formano grazie a questi interventi, restino qui sul territorio e mettano radici stabili. Il seme, però, può essere gettato anche dall’esterno.

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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