turisti e senesi passeggiano alcuni con la mascherina altri senza

Con la fine di buona parte delle restrizioni legate a mascherine e green pass è cambiato qualcosa? Il Covid fa ancora paura? Le attività vedono più clienti al loro ingresso? E, soprattutto, come si comportano gli avventori? Lo abbiamo chiesto ai lavoratori del centro storico senese.

Abbiamo trascorso, dopo molto, due settimane “senza restrizioni”, cioè con molte meno restrizioni legate al Covid-19, almeno per i clienti delle varie attività, nonostante i passi indietro fatti dal governo. Contemporaneamente, abbiamo visto il termometro alzarsi vertiginosamente, abbandonato il cappotto per la giacca di pelle e, i più temerari, hanno riposto nell’armadio anche quella. Per questo Gazzetta di Siena nel suo sondaggio mensile, ha voluto chiedere ai suoi lettori se il Covid faccia ancora paura e, in attesa dei risultati, i giornalisti sono usciti per le strade della città ad ascoltare il parere di lavoratori e negozianti.

Non sembrerebbe – purtroppo – , nonostante le belle giornate e il via libera dal governo, i senesi sembrano ancora timorosi e restii a tornare alla normalità, mentre i turisti – meno impauriti dalla fine delle restrizioni – sono ancora comunque troppo pochi. ”Io penso che molti dei clienti siano ancora spaventati, – racconta la cameriera di un ristorante in centro – tant’è che noi staff continuiamo comunque a portare la mascherina, anche all’esterno, e molta gente in giro continua ad utilizzarla pure stando all’aperto”.  Soprattutto, rispetto alla riapertura stagionale dell’anno scorso, non sembra esserci più affluenza di turisti e cittadini nei locali, che sono ancora poco affollati: “L’anno scorso, paradossalmente, pur essendoci stata una riapertura abbastanza lenta, è stata una stagione piena in cui si è lavorato parecchio; quindi, penso che possa solo migliorare o almeno ce lo auguriamo”.

Un altro ristoratore ha meno speranze, anzi, è del tutto sconsolato: “Va un po’ meglio il lavoro ma, diciamo, con il 2019 non c’è confronto. Quello è un periodo che è finito e difficilmente tornerà come prima. Anche perché Siena è una città universitaria, e tantissimi universitari sono a casa, quando fin ora le lezioni potevano farle sia in presenza che a casa. Allora, per Siena, la mancanza degli studenti significa tanto”. “Tanta gente è rimasta colpita ed è impaurita, e sono tutti quelli che portano le mascherine e hanno dei comportamenti strani, camminano con i guanti di plastica… ha lasciato il segno diciamo. Altri no, perché può succedere, però non si può vivere sempre chiusi in un angolino”.

Molti hanno continuato a tenere la mascherina in via precauzionale, forse – scherza – la vogliono tenere più ora di quando era obbligatorio – dice il titolare di un supermercato in Via dei Rossi. “In linea di massima i cittadini senesi entrano prevalentemente con la mascherina, oppure comunque chiedono se la devono mettere oppure no, mentre gli stranieri dipende, qualcuno la usa regolarmente qualcun altro no, ma questo accadeva già prima della fine delle restrizioni – conferma una negoziante di via Camollia, che però precisa – Continua ad esserci abbastanza attenzione, perlomeno nel rispetto degli altri”.

Ancora il covid non è stato debellato, e forse dovremmo convivere con la paura ancora per molto, ma – ben sperando – la socialità non ci verrà tolta di nuovo e il virus non riuscirà più ad essere mortale come lo è stato a lungo. I turisti ci sono, le belle giornate anche, due anni non sono pochi e forse questo “ritorno alla normalità” è un tragitto più lungo di quanto ci aspettassimo, ma la voglia di lavorare e di vivere non è sparita, ed è tanta la voglia di ripartire da parte di lavoratori e titolari di attività. “Anche noi lavoratori siamo più liberi, perché quando lavori dove fa caldo la mascherina è un problema, non respiri e tutto il resto. Con la fine delle restrizioni tutti si sentono più liberi, senza ombra di dubbio, stanno più vicini, uno accanto all’altro, c’è più convivialità”.

Le interviste ai lavoratori e i negozianti del centro storico senese.

Servizio di Eleonora Rosi e Martina Ciliani.

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