Il titolo viene attribuito dal Papa all’atto della nomina di un cardinale. Per Lojudice un ritorno nella parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio, dove fu inviato come vicario parrocchiale dal 1989 al 1992

Il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, ha preso possesso del Titolo di Santa Maria del Buon Consiglio in Via Tuscolana, 613 a Roma. Ad accompagnare il Cardinale anche alcuni sacerdoti dell’arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino.

Il titolo viene attribuito dal Papa all’atto della nomina di un cardinale e, a differenza del particolare incarico ecclesiale, è vitalizio. Sono titoli relativi alla diocesi di Roma e alle sue sedi suburbicarie, a simboleggiare l’unità del Collegio dei cardinali come strumento di supporto all’attività pastorale del Vescovo di Roma.

E’ stato un vero e proprio ritorno del Cardinale nella parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio dove fu inviato come vicario parrocchiale subito dopo la sua ordinazione sacerdotale nel 1989  e dove rimase fino al 1992.

Il rito di insediamento, come previsto, dopo l’annuncio della cerimonia diramato dall’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie, ha visto il Cardinale, accompagnato da un cerimoniere papale, accolto sulla porta della chiesa. Quesy’utlimo gli ha presentato un Crocifisso in segno di venerazione. E’ seguita la processione verso l’altare e la celebrazione della Messa. Al termine, il cerimoniere, in funzione di notaio, ha letto la bolla di assegnazione del “titolo” al cardinale, che ha incontrato poi la comunità per un momento di festa e di conoscenza reciproca. Come segno dell’avvenuta attribuzione, è stato apposto sulla facciata della chiesa, accanto a quello del Papa, anche il suo stemma cardinalizio, con il cappello rosso a cinque nappe, l’insegna e il motto scelto.

Nella parrocchia è sepolto il Servo di Dio, Arnaldo Canepa, catechista laico romano e fondatore del C.O.R. (Centro Oratori Romani, una delle realtà  ecclesiali romane con le quali il porporato ha collaborato soprattutto per la formazione e il sostegno ai minori fragili.

Alessandro Lorenzini
Da bambino c’è chi sogna di fare l’astronauta, il calciatore, il pompiere. Io sognavo di fare il giornalista, forse influenzato dalle mie letture, dalle mie canzoni, da qualche film visto al cinema o in tv. Fra mille difficoltà sto provando a portare avanti il mio sogno, con trasparenza e umiltà, mettendoci la faccia (e la firma). Sono nato e vivo a Siena, in una città problematica, ma magica, che ti scaccia e ti abbraccia, che ti allontana e ti spinge a tornare, come una sorta di elastico, in un legame comunque inscindibile per sempre.

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