Parla Alessandro Scorsone, sommelier e cerimoniere di Palazzo Chigi

“Il Brunello di Montalcino è una grande opera d’arte. Rappresenta un elemento di classe e di lusso, nonché di cultura. Rappresenta anche qualcosa di molto importante da donare, per quello lo paragono sempre ad un gioiello. E lo devi anche saper raccontare, perché non è soltanto un vino di prestigio, ma è una denominazione di un piccolo territorio che è stato in grado di crescere e farsi conoscere in tutto il mondo. Ecco perché, di fronte al Brunello, c’è da togliersi il cappello”. 

Alessandro Scorsone, sommelier e maestro cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, descrive così il Brunello di Montalcino, uno dei simboli di eccellenza del Made in Italy nel mondo. Un prodotto di altissima artigianalità e qualità che si incastona perfettamente in un periodo come le festività natalizie.

Metterlo in tavola a Natale – spiega Scorsone – è una scelta importante, di qualità. Tutti, un giorno, aspirano di bere un grande Brunello di Montalcino, elemento non solo qualificante ma che ci lega alla parola ‘cultura’. E non dimentichiamoci del Rosso di Montalcino, ad un prezzo più basso ma comunque di grande eleganza e bevibilità”. Bevibilità che, secondo il sommelier di Palazzo Chigi, è uno dei tratti distintivi, assieme alla linearità e alla godibilità, dei Brunello degli ultimi anni.

“In un momento tragico come questo, consiglio di comprare, stappare, godere e condividere una bottiglia di vino, e poi parlare di quella bottiglia, di chi il vino lo ha fatto, di quei produttori che hanno costruito il ‘miracolo del Brunello’. A volte io stesso prendo la macchina e vado a farmi raccontare le storie dei vignaioli di Montalcino”.

Il Brunello è sicuramente uno dei vini più rappresentativi della cantina di Palazzo Chigi ed è stato più volte protagonista nei pranzi ufficiali di Stato, ma non solo.

“Da ormai diversi anni – conclude Scorsone – utilizziamo il vino come dono in occasione di visite speciali, un’usanza presa in prestito nel 2000 dall’ex presidente francese Jacques Chirac.

Quando venne Barack Obama ricevette una cassetta di Brunello, gli piacque così tanto che chiamò direttamente in azienda per ordinarne altro e riceverlo alla Casa Bianca. Questo per capire l’importanza del dono del vino e il prestigio e l’appeal del Brunello”.

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