Il libro, in prosa e poesia, composto durante la quarantena del 2020, parla di amore, di morte, dello scorrere del tempo, del dover stare seduti

Il primo appuntamento di “In3C” (leggi qui) si è tenuto nei giorni scorsi presso l’azienda agricola biologica Casa Lucii. Questi incontri sono la prosecuzione, in presenza e online, dei momenti organizzati dall’Amministrazione comunale, a partire dallo scorso inverno, sulla pagina Facebook “San Gimignano Accade Online”.

Protagonisti della rassegna “In3C – Simposio di artisti” sono alcuni giovani talenti della zona che presentano le loro opere. Samuele Beconcini ha inaugurato questa serie di incontri con la sua opera prima: “Ombre sedute. Lunario di quarantena”. Con lui abbiamo parlato di “In3C” e di questa sua prima pubblicazione.

“In3C è nato da un confronto tra noi ‘Coordinatori junior’ dei tavoli tematici per i festeggiamenti per i 30 anni dell’inserimento del Centro Storico di San Gimignano nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO – ha affermato Beconcini –: stavamo riflettendo su quali iniziative organizzare per il periodo estivo. In un primo momento avevamo pensato ad alcuni salotti letterari con alcuni esperti e autori importanti. Poi abbiamo deciso di puntare sulla promozione di giovani artisti del territorio: ci sono tanti ragazzi che hanno opere da mostrare, ma mancano gli spazi per sperimentare. E allora abbiamo proposto una serie di incontri per dare loro l’opportunità di esprimersi e di promuovere i loro prodotti. Quest’idea è piaciuta e, nel pensare a come organizzarla, abbiamo scoperto che noi ‘Coordinatori’ avevamo delle opere pronte: chi un libro, chi le proprie fotografie, chi la musica o le proprie illustrazioni. Quindi, siamo partiti con i nostri lavori con la volontà di coinvolgere anche altri giovani artisti della zona”.

“In3C” vuole connettere il centro storico con la campagna sangimignanese

“Con questa iniziativa vogliamo promuovere gli agriturismi del territorio: l’idea di ‘In3C’ parte all’interno di un quadro più ampio, quello dei ‘Coordinatori junior’ per promuovere il patrimonio culturale di San Gimignano in quanto Bene Unesco. Vogliamo mostrare che la nostra città non è Patrimonio dell’Umanità soltanto per la sua storia medioevale, ma anche per la presenza di una gioventù attiva a livello culturale e una campagna fiorente. Proporre i vari appuntamenti di ‘In3C’ negli agriturismi ha lo scopo di far conoscere le eccellenze vitivinicole sangimignanesi intrecciandole, appunto, con le capacità artistiche di noi giovani”

Com’è nata questa prima presentazione di “Ombre sedute”?

Quando ho iniziato a scrivere non pensavo ad una pubblicazione. Ma per ‘In3C’ mi sono subito proposto con questa piccola serie di miei componimenti, in poesia e in prosa. Quindi ho ripreso questi scritti, realizzati durante la quarantena nella primavera 2020, apportando soltanto delle minime correzioni. Grazie all’aiuto di Sofia Giuntini, per l’impaginazione, e di ‘Ab creative design’ di Andrea Bernini per la stampa, “Ombre sedute. Lunario di quarantena” è uscito a metà giugno, in 50 copie. La prima presentazione c’è stata lo scorso 30 giugno nel meraviglioso agriturismo ‘Casa Lucii’, come primo appuntamento di In3C”.

Di cosa parla la sua opera?

“In questo libro ho cercato di esporre le sensazioni che ho vissuto durante la quarantena. È stato un grafico del mio umore di quei giorni fra aprile e maggio 2020. L’idea di partenza è stata la sedia come metafora della stasi a cui siamo stati costretti dal virus. Non uscire di casa ci ha costretti a dover sopportare il peso della sedia: stare seduti, per forza, è una realtà scomoda, alla quale non eravamo abituati. Sono partito da questo pensiero e poi ho sviscerato tutta una serie di trame e di dinamiche più profonde, toccando vari temi. Come lo scorrere del tempo, che aveva perso la propria autorevolezza senza la routine giornaliera alla quale eravamo abituati: avevamo tantissimo tempo a disposizione, ma non potevamo gestirlo come volevamo e, spesso, non riuscivamo a fare niente. Come la morte, che ha occupato uno spazio quotidiano nelle nostre vite. Come l’amore, che è stato vissuto in due modi: o in totale presenza o in totale distanza. Per quanto mi riguarda ho dovuto vivere il rapporto con Anna, alla quale ho dedicato il libro, in totale distanza ed è stato difficile: scrivere mi ha permesso di stare meglio.

L’amore è stato fondamentale nella composizione del testo

Il libro inizia e finisce con una dedica ad Anna e un’ode all’amore per lei: un rapporto d’amore nel contesto forzato della quarantena ha vissuto la sua prova più forte. Lo scrivere le sensazioni mi ha aiutato a superare il disagio che stavo vivendo: l’ho dedicato a lei perché ho voluto esprimere le difficoltà di non poter vivere quotidianamente la nostra relazione. Con le parole sono riuscito a colmare questa distanza: se non ci fosse stata Anna, non ci sarebbe stato nemmeno il libro.

In un periodo difficile, la scrittura ha avuto un ruolo “terapeutico”

Ho cercato un lato costruttivo alla situazione che abbiamo vissuto: la quarantena ci ha riportato a dei ritmi ai quali non eravamo più abituati e ci ha permesso di concentrarci su argomenti sui quali, prima, non ci saremmo soffermati. Per esempio il tema dell’incontro con l’altro: nei rari incontri che facevamo, quando potevamo uscire, l’altro prendeva il significato della paura. Una paura reciproca. La comunicazione, spesso non verbale e spontanea, era quella della lontananza, del non toccarsi e dello stare con la mascherina. E, da un certo punto di vista, si è creata anche una cooperazione: stare distanti ora, per poter stare meglio in futuro. Con la quarantena abbiamo iniziato a dare significato a quello che prima consideravamo come scontato. La sedia e il sedersi come prima cosa: abbiamo dato per scontato che la sedia fosse lì per sedersi, ma quando ci siamo trovati a stare seduti, siamo stati in difficoltà.

Nel titolo, infatti, viene richiamata la sedia, come mai il sottotitolo “Lunario di quarantena”?

Il sottotitolo al quale avevo pensato all’inizio era “Diario di quarantena”, poi ho deciso di cambiarlo in “Lunario di quarantena”: non ho raccontato il vissuto quotidiano, ma ho espresso le sensazioni e i cambi di umore che provavo. E la metafora dei cambi di luna si è adatta bene: l’ombra della sedia, proiettata dalla luce flebile della luna, cambia con le sue fasi lunari così come si è trasformato il mio umore durante la quarantena. Passavo dall’oppressione della sedia e della stasi e del dover star fermo, a momenti più tranquilli e sereni”.

Quali sono le aspettative per questa prima opera?

“Vorrei che ‘Ombre sedute’ diventi una memoria del tragico periodo che abbiamo vissuto, e che in parte stiamo ancora vivendo, ma che ci ha permesso di avere maggior consapevolezza su tanti aspetti. È un prodotto semplice che ha lo scopo di spingere altri ragazzi a mostrare la loro opera, ad ‘alzarsi dalla sedia’: spero di aver dato uno stimolo a tutti per poter tirare fuori le proprie capacità”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui