I consigli dopo due anni di pandemia: “Oltre la cultura dell’eccesso, c’è una socialità positiva. Un divertimento responsabile per una crescita consapevole”

Serate in discoteca, concerti, movida: appuntamenti che ogni estate naturalmente si moltiplicano, ma che questa estate per molti ragazzi sono voglia di riscatto di 2 anni “impossibili” in cui spesso si sono sentiti trascurati da loro stessi e dagli altri.

Queste occasioni possono però rivelarsi dei pericolosi trabocchetti se non si adottano semplici ma importanti precauzioni: bere con moderazione, tenersi alla larga dal ‘fumo’, dalle sostanze, dallo sballo, stare vicini tra amici evitando prove di “forza” e di coraggio estremo, senza superare il limite.

La situazione pandemica ha portato a un impoverimento relazionale e una ulteriore incapacità/immaturità di gestire le proprie emozioni. Nei giovani, sicuramente dovuta all’età, ma anche alla carenza di risposte al bisogno di crescere.

Il dottor Luca Pianigiani, direttore della Uoc Psicologia di Siena, ci spiega cos’è successo: “Negli anni del covid-19 i giovani hanno espresso tutta la sofferenza per il senso di solitudine vissuto nella negazione dei ‘diritti relazionali’ (scuola, sport, attività ricreative, ecc…). Le relazioni ridotte al minimo si sono spesso tradotte in un incremento considerevole di abuso di alcol e di stupefacenti e altre condotte a rischio, quali ad esempio quelle sessuali. Nei casi estremi si arriva all’odio, che cresce, diventa incontrollabile e sfocia nella violenza di cui alcune piazze delle nostre città italiane sono testimoni”.

“L’immagine che un giovane crea di se stesso dipende molto dalle esperienze che ha vissuto e che sta vivendo, se positive favoriscono la buona considerazione di sé, altrimenti determinano fenomeni di svalutazione e avvilimento, adeguamento a scorretti stili di vita, – continua Pianigiani. – Atteggiamenti come l’uso di sostanze, anche alcoliche con l’idea che siano utili a permetterci di stare in relazione, di essere accettati, può avere effetti deleteri. Lo ‘sballo’ non è divertimento, è l’illusoria sensazione che sia questo che ci permetta di stare in relazione con gli altri, lo strumento per fare un’esperienza di gruppo di cui non ci sentiamo “normalmente” capaci, perdendo di vista l’essenza stessa della relazione”.

Per il dottor Pianigiani una socialità responsabile è la strada giusta per evitare comportamenti pericolosi: “Stare con gli altri in maniera consapevole significa scambiare e creare esperienze piacevoli che convalidano se stessi negli aspetti positivi. Riconoscendo e attivando parti del vero sé, tralasciando la teatralizzazione di un sé falso, trasgressivo, impavido quando pericoloso, che infrange regole e desideri, accompagnandoli nel pericolo e verso la delusione di se stessi. Per i ragazzi diviene fondamentale riconoscere il “limite” ed essere aiutati a farlo”.

“È importante stare con gli altri, ridere, riflettere, scambiarsi ideali, fantasie e desideri, gioie e delusioni. Affrontare energicamente la vita, – conclude, -senza rabbia o frustrazione, senza la sconfitta del tempo perduto in questi anni. Tutto questo, quando funziona, influenza, crea una forza immensa di cambiamento, che per i nostri ragazzi si chiama oltreché divertimento, crescita consapevole”.

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