Guerra in Ucraina

Daniela Morbis, assessore alle Politiche per l’inclusione, ha parlato dell’accoglienza dei profughi della guerra in Ucraina: quante persone sono arrivate, quali sono i problemi principali, l’apertura di un Cas grazie alla Ftsa, la scuola per i bambini

Fin dall’inizio della guerra in Ucraina San Gimignano si è mobilitata con un presidio pacifista, una fiaccolata per la pace e un flash mob. Non solo: il sindaco Andrea Marrucci, al presidio del 26 febbraio scorso, aveva dichiarato la disponibilità della città a ospitare i profughi: “San Gimignano è pronta ad accogliere, nel suo piccolo”.

E, infatti, l’Amministrazione comunale, le associazioni che compongono la Rete Sociale di San Gimignano, la Parrocchia di Santa Maria Assunta e la Prociv hanno collaborato fin da subito, coordinandosi con la Prefettura di Siena e con l’aiuto della comunità ucraina che vive a San Gimignano per mettere a disposizione le strutture e quanto necessario per ospitare i rifugiati. Il sistema di coordinamento attivato sotto le torri ha potuto funzionare, nonostante le difficoltà, grazie anche ai tanti cittadini e cittadine sangimignanesi che hanno offerto alloggi e la propria disponibilità scrivendo alla mail ucraina@comune.sangimignano.si.it, la casella di posta elettronica attivata dal Comune e rivolta alla comunità per chiedere informazioni e per dare aiuto.

Nei giorni scorsi la Fratres di San Gimignano, che insieme con la Misericordia, il Centro ascolto Caritas, l’Auser, la Casa Famiglia San Michele a Strada e San Gimignano Solidale fanno parte della Rete sociale, ha donato ai bambini e ai ragazzi ucraini arrivati a San Gimignano alcune uova di Pasqua. Ad accompagnare i ragazzi ucraini c’era Daniela Morbis, la assessore alle Politiche sociali, e con lei abbiamo fatto il punto della situazione sull’accoglienza che San Gimignano è riuscita a mettere in campo per le persone che stanno fuggendo dalla guerra in Ucraina.

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono arrivate a San Gimignano 35 persone. La maggior parte sono donne con bambini e i minori sono 16 – ha iniziato la assessore alle Politiche abitative –. Hanno trovato alloggio come ospiti di famiglie dove avevano già un contatto parentale o comunque una conoscenza, oppure sono stati ospitati in appartamenti, che non erano utilizzati, messi volontariamente a disposizione da privati o dalla parrocchia. Il nostro primo pensiero nell’accoglienza è stato offrire un tetto e un letto per soddisfare i bisogno più immediati. Ma ci siamo subito resi conto che ci sono molte altre necessità”.

Uno dei maggiori problemi è quello della comunicazione: “Lo scoglio più difficile da superare è quello linguistico – ha proseguito Morbis –: la comunità ucraina di San Gimignano si è da subito impegnata mettendosi a disposizione, in modo volontario, delle persone arrivate e dell’Amministrazione comunale per fare da traduttori e per fornire una mediazione culturale. Un’accelerata per adempiere alla parte burocratica è arrivata quando la Questura ha attivato la modalità per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo per l’emergenza-Ucraina, un permesso di 6 mesi, rinnovabile per ulteriori 6 mesi. Grazie alle donne ucraine che hanno fatto da mediatrici, siamo riuscito a spiegare le possibilità che si hanno con lo status di rifugiati. Il permesso di soggiorno temporaneo, infatti, consente l’attivazione della tessera sanitaria, la possibilità di scegliere il medico e il diritto a tutti i servizi sociali e sanitari di cui queste persone possono avere bisogno”.

Un’altra azione importante, visto l’aumento dei flussi di persone e per rispondere alle sollecitazioni della Prefettura nella ricerca di alloggi, è quella messa in atto dai cinque Comuni della Valdelsa senese per valutare l’apertura di un Cas, un Centro di accoglienza straordinario, gestito dalla Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa, da 50 posti che dovrebbe partire dalla prossima settimana: “Non è stato semplice riuscire ad aprire un Cas in così poco tempo e un grosso aiuto è arrivato dalla grande disponibilità mostrata dalla Prefettura. Un grande impegno in questo progetto è stato messo da parte di tutto il personale della Ftsa: la Fondazione in questi anni è stata molto vicina ai Comuni, sia nell’emergenza Covid che ora con l’emergenza Ucraina. Questo ci consente di mettere a sistema tutti i servizi prioritari legati all’accoglienza: servizi un po’ diversi rispetto a quelli che solitamente sono previsti per l’accoglienza dei Cas. Si tratta, infatti, di nuclei familiari diversi e che hanno altre esigenze: c’è una storia dietro e un percorso di rifugiati differente. Abbiamo un operatore diurno e un operatore notturno per le emergenze a cui queste persone si possono rivolgere; abbiamo una psicologa qualificata che parla ucraino e che può intervenire in caso di situazioni di bisogno; possiamo assistere queste persone con i pasti e dando loro un minimo di sostentamento durante questo percorso di accoglienza. Dalla prossima settimana il Cas partirà ufficialmente” ha continuato Morbis.

“Di queste 35 persone, 12, già ospitate in forma volontaria, entreranno a far parte del progetto Cas, e altri posti sono a disposizione della Prefettura per dare ospitalità alle altre persone. Abbiamo presentato una manifestazione di interesse per la gestione dell’accoglienza in unità abitative in modalità diffusa proprio per facilitare la vita delle persone e per mantenere le relazioni che già avevano nella nostra zona, in appartamenti o in piccole strutture presenti sul territorio valdelsano e, in prevalenza, sangimignanese, data la forte sensibilità dimostrata dalla nostra comunità. Una volta organizzata tutta la parte prioritaria come la sistemazione burocratica, il posto dove dormire e il mangiare, siamo passati ad occuparsi, insieme con la Rete sociale e con la Parrocchia, di quelle che sono le attività ludico-ricreative per i bambini e di integrazione con la nostra cittadinanza”.

Un tema importante è quello della scuola: “Alcuni bambini hanno già presentato la richiesta per l’iscrizione alle scuole sangimignanesi e stanno completando il percorso burocratico. Per quanto sono a conoscenza, la maggior parte dei bambini sta seguendo la Dad con la propria scuola in Ucraina: quindi, parlando con le famiglie, ci hanno espresso il desiderio e la volontà di poter continuare a tenere questo legame per mantenere quel minimo di ordinarietà, per quanto sia difficile parlare di ordinarietà in questa situazione, o quanto meno per restare in contatto con i compagni di classe. Per la Dad serve la connessione internet e don Gianni Lanini ha messo a disposizione una sala della parrocchia con la wifi per seguire la Dad”.

L’impegno dell’Amministrazione comunale è stato importante fin da subito e ha abbracciato tanti ambiti: “Fondamentale è stata la collaborazione a partire dal tavolo di lavoro con la Rete sociale, la Parrocchia e la Prociv: mettendo insieme il tutto, grazie al coinvolgimento di ognuno per la propria competenza, siamo riusciti ad arrivare a quella che, per ora, si sta dimostrando una buona accoglienza in termini quantitativi e qualitativi” ha concluso la assessore alle Politiche per l’inclusione e la solidarietà del Comune di San Gimignano.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui