Duccio Romagnoli, Cgil

“Oltre a rimanere fuori dalle mense ora rischiano di perdere il contratto di lavoro”. Duccio Romagnoli segretario provinciale NIdil Cgil, spiega perché il Green Pass discrimina i lavoratori

Continua ad infuocarsi il tema del Green Pass, soprattutto ora che si sta valutando la possibilità di estendere la misura in tutti gli ambienti di lavoro. Una eventualità che, stando alle parole di Walter Ricciardi, consigliere del ministro Roberto Speranza, garantirebbe: “La libertà di movimento ai vaccinati e agli immuni, oltre che ad aiutare la ripresa economica”. I sindacati però non ci stanno e vedono questa prospettiva come discriminante nei confronti dei lavoratori non vaccinati, trattati sempre più con disparità, come dimostrano le immagini che in questi giorni li ritraggono fuori dalle mense.

“Ci sono molti giovani precari nei luoghi di lavoro che ancora devono fare la prima somministrazione di vaccino e che rischiano di rimanere fuori delle mense, di essere additati come novax, di mettere a rischio il rinnovo del contratto di lavoro o di possibili assunzioni. Il Green Pass è quindi uno strumento discriminatorio per tali figure – è questo il ritratto che Duccio Romagnoli, segretario provinciale NIdil Cgil ha tracciato descrivendo le gravi prospettive che si paleseranno se il lasciapassare diventerà necessario per accedere nei luoghi di lavoro.

Un’eventualità, questa, appoggiata da Confindustria, come hanno fatto emergere le dichiarazioni che il Presidente ha rilasciato. “Sono dichiarazioni – ha detto il segretario Cgil – che non vanno nella direzione della concertazione con le parti sociali. Purtroppo Confindustria è un problema perché spinge vero l’introduzione obbligatoria del pass per entrare in tutti i luoghi di lavoro. E’ impensabile”.

Eppure, i protocolli di sicurezza fino ad ora addottati all’interno dei contesi lavorativi, sembravano sufficienti al contrasto di eventuali contagi, come ha fatto notare lo stesso: “Fino ad ora i protocolli sanitari hanno dato ottimi risultati, sono quelli che servono per prevenire il contagio. Bisogna insistere di più su queste misure perché noi – ha ribadito – non siamo d’accoro con strumenti che vanno a dividere e a discriminare le persone sui luoghi di lavoro, le persone nei luoghi di lavoro dovrebbero essere unite”.

“Abbiamo visto – racconta rammaricato – foto di lavoratori mangiare seduti per terra fuori dalle mense, non è giusto. A tal proposito abbiamo delle interlocuzioni in atto con le imprese del territorio senese per cercare di garantire, in questa fase, la parità di pasto a tutti i lavoratori anche quelli che devono mangiare fuori. E’ impensabile che un lavoratore mangi un pasto caldo seduto all’interno di un locale e che un altro mangi un panino magari sotto il sole a 40 gradi, non voglio immaginare quando arriverà l’inverno sotto il freddo e la pioggia. Credo che – ha concluso il Segretario – se queso strumento è stato pensato per prevenire i contagi allora è uno strumento sbagliato perché questi si possono prevenire con i protocolli di sicurezza, se invece è stato pensato per incentivare le vaccinazioni, e immagino sia così, non è comunque lo strumento adatto”.

L’intervista a Duccio Romagnoli, segretario provinciale NIdil Cgil

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