azienda agricola, agricoltura

Sempre più giovani si avvicinano all’agricoltura con un approccio sostenibile. Giulia Moffa 30 anni è oggi alla guida dell’Azienda Agricola Il Cippo. Ecco come ha cambiato l’impresa di famiglia in chiave green

Sono sempre di più i giovani che decidono di tornare alla radici puntando su una agricoltura sostenibile. Anche Coldiretti ad inizio 2020 è stato portavoce del cambiamento, presentando una analisi di dati Infocamere, in cui annunciava uno storico ritorno alla terra con 56mila under 35 alla guida di imprese agricole, registrando un +12% negli ultimi 5 anni. Un vero e proprio primato nell’UE.

La realtà italiana più attiva in tal senso è proprio quella senese, nella provincia infatti l’agricoltura portata avanti dai giovani è un settore vitale e dinamico, ce ne ha parlato Giulia Moffa 30 anni, a capo dell’Azienda Agricola di famiglia, Il Cippo.

“Ho iniziato questa attività 3 anni fa -ha raccontato- avevo i terreni e gli attrezzi, ma inizialmente non c’era nulla di avviato nell’agricoltura. Mio padre infatti si è sempre cimentato nel grano. Ad un certo punto ho voluto intraprendere qualcosa di nuovo, che stuzzicasse la curiosità, anche perché ora come ora le aziende agricole devono sapersi differenziare”.

Così Giulia ha spiegato come è nato il suo allevamento di chiocciole e come, da qual momento, qualcosa è cambiato: “Quello è stato il trampolino di lancio che mi ha portato verso l’agricoltura. E’ iniziato quasi per gioco, producevo solo per il consumo personale poi donavo le eccedenze e notavo un riscontro positivo. E’ nato tutto così”.

Sto ancora imparando -ha ammesso- non è sempre un percorso facile, ti devi regolare con la stagione, con le piogge, le gelate e soprattutto gli animali selvatici e gli uccelli che spesso e volentieri attaccano le chiocciole. Però si continua a provare, è un reinventarsi costante trovando nuove soluzioni ai problemi di tutti i giorni”.

E i risultati sembrano arrivare per la giovane imprenditrice: “Durante tutto l’arco della primavera, estate e autunno 2020 ho aumentato tanto le richieste di consegna a domicilio dei prodotti del mio orto. Il passa parola, le conoscenze e il lockdown forzato del Covid, hanno influito molto sulle richieste che sono arrivate. Ho notato una differenza: le consegne sono state più sistematiche, prima erano intervallate, mi chiedevano di portare una cesta del mio orto una volta al mese . Quest’anno le stesse persone hanno avuto molta più costanza nel ripetere gli ordini. Molti mi hanno anche detto di esserci avvicinati a questi prodotti per aiutare le imprese locali”.

Ma non tutto il 2020 ha portato i suoi frutti: “Ho avuto un calo di richieste da parte dei ristoranti per via delle chiusure, quindi mi sono ritrovata ad avere un surplus di prodotto invenduto. Anche in questo caso ho dovuto reinventarmi facendo trasformare, dall’Associazione Ragazzi Speciali Onlus – La Conserveria di Castiglion Fiorentino, le eccedenze. Diventando sottolio ho dato 2 anni in più di vita ad un prodotto che sarebbe scaduto. Certo ho dovuto investirci ma ho avuto più tempo per venderlo”.

Negli ultimi anni la sempre più crescente domanda di prodotti sostenibili ha cambiato drasticamente l’approccio al consumo: “Facendo parte del gruppo giovani della Coldiretti ho visto in prima persona l’impegno che è stato riposto nel far capire ai consumatori cosa vuol dire mangiare sano, italiano, a km0. Hanno fatto un gran lavoro, basti pensare alla tracciabilità della pasta. E’ stato bello poter contribuire al tentativo di far cambiare prospettiva alle persone”.

“Lavorare all’aria aperta -ha confessato con un filo di emozione- è bellissimo, la terra ti da tante soddisfazioni, vedi il lavoro tra le tue mani, lo vedi cambiare. Segui una piantina in tutto il suo ciclo di vita e quando la tua verdura è buona e viene apprezzata dal cliente quella è una bella sensazione. Personalmente ho avuto sempre riscontri positivi sulla qualità dei prodotti”.

L’entusiasmo di Giulia non si arresta qui, perché come ci ha rivelato c’è ancora un progetto futuro che vorrebbe realizzare: “Vorrei espandermi, aumentare la consegne a domicilio perché ho tanta richiesta in zone in cui non sono mai arrivata. Per il momento è possibile prenotare la propria cesta su Whatsapp business che è stato ottimizzato per le piccole aziende come la mia, lì c’è un catalogo dove è possibile scegliere i prodotti. Ho anche creato delle liste broadcast che ho diviso per zona di consegna. Adesso però, vorrei andare più lontano, far conoscere il mio prodotto senza però rinunciare al rapporto con il cliente, non potrei mai mandare qualcuno al posto mio a consegnare le cassette. Per me è importante avere un rapporto con il cliente, dargli consigli. E’ fondamentale la fiducia che instauro con tutti loro”.

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