Michelotti: “Data significativa per tutti gli italiani in un momento storico difficile”

Si è svolta questo pomeriggio al parco Norma Cossetto a Siena la commemorazione istituzionale del Giorno del Ricordo. Numerosa la presenza di pubblico che ha voluto celebrare e non dimenticare i Martiri delle Foibe e l’esodo giuliano-dalmata. L’assessore del Comune di Siena Francesco Michelotti, con fascia tricolore e alla presenza del gonfalone del Comune, ha sottolineato come “questa data sia significativa per tutti gli italiani in un momento storico difficile e che invoca non solo la memoria, ma anche la condivisione della storia e la pacificazione nazionale. Oggi onoriamo i nostri fratelli, Norma Cossetto, i senesi che furono trucidati nelle foibe, i 350mila connazionali costretti a scappare con una valigia di cartone dalle loro intimità le cui vicende per settant’anni sono finite nell’oblio e colpevolmente taciute“.

Molto applaudito il lungo intervento del consigliere regionale di Fdi Francesco Torselli il quale ha ricordato “come questa data sia ancora incredibilmente divisiva, anziché un giorno di riflessione e di onore verso gli italiani uccisi e poi cacciati dalle loro case“. A fargli eco l’ambasciatore dell’Unione Istriani, Giampaolo Giannelli che ha ricordato “la necessità di preservare la memoria soprattutto con le nuove generazioni. Questo non solo attraverso le visite guidate nelle terre del martirio, ma principalmente con la cultura, la scuola e la sensibilità che anche il Presidente della Repubblica ha più volte ricordato come monito per chi ancora porta avanti tesi negazioniste o giustificazioniste“.

A concludere la commemorazione le parole del presidente della biblioteca comunale degli Intronati di Siena, Raffaele Ascheri: “Per troppi anni è calato il silenzio in una delle tragedie più gravi che hanno colpito l’Italia e gli italiani. Non dobbiamo mai più girare la testa, ma guardare dentro la storia. La difficile convivenza secolare nelle terre di confine e la politica di italianizzazione dei primi del Novecento, che in alcuni casi ha determinato conflitti sociali, non può cancellare le sofferenze degli italiani di Istria, Dalmazia e Fiume a partire dal 1943. Le foibe, la cacciata di intere famiglie dalle loro case e terre, ma anche le efferatezze commesse da alcuni partigiani italiani in aiuto di quelli titini jugoslavi devono essere raccontati, oggi più che mai”.
Mattia Savelli e Sergio Fucito del Comitato 10 Febbraio, che ha organizzato l’evento, hanno concluso promettendo che “ogni anno, il 10 febbraio, ci saremo per ricordare e non dimenticare, consegnando questa storia ai nostri giovani che la tramanderanno per sempre”.

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