Tra i 14 comuni aderenti alla Rete Re.A.Dy pesa l’assenza di quello senese. Ecco le parole durante la presentazione del progetto contro i discorsi d’odio in rete e sui social

Alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia la provincia e i 14 comuni di Siena che hanno aderito alla Rete Re.A.Dy (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni) hanno presentato il progetto “No Hate. Azioni di contrasto all’hate speech”. In partnership con Acigay Siena – Movimento Pansessuale, l’iniziativa viene pensata per contrastare i discorsi di odio in rete e sui social rivolti ancora oggi alle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, intersex e asessuali. A pesare però durante la giornata di presentazione del progetto, l’assenza del comune di Siena tra i 14 aderenti alla rete Re.A.Dy.

“Siamo orgogliosi di partecipare a questa manifestazione – ha detto Enrico Maria Quinti, comune di Pienza – perché è un progetto di civiltà, pensiamo ci debba essere un futuro dove non si domanda più ad una persona se è bisessuale, transessuale e così via, come non si domanda a nessun altro se sia eterosessuale. Continuiamo dunque a lavorare per questo. Come? Attraverso l’organizzazione di eventi tesi a sensibilizzare ed educare le persone sul fatto che la normalità è la diversità, serve ancora un cambio di mentalità”.

Intanto domani prende il via la Giornata internazionale contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia “Il 17 maggio 1990 infatti – spiega Greta Sartarelli – Movimento Pansessuale e Arcigay Siena- è stato l’anno in cui è stata definitivamente abolita l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali istituendo cosi di fatto un percorso verso la determinazione di tutte le differenze e l’eliminazione delle discriminazione per il riconoscimento pieno dei diritti umani. Oggi presentiamo il programma realizzato insieme alla rete Re.A.Dy cui fanno parte 14 comuni della provincia di Siena, quest’anno con il focus sull’hate speech quindi i discorsi d’odio”.

“Domani poi – aggiunge – presenteremo un cortometraggio “Dipende da me” realizzato dal gruppo giovani dell’Arcigay di Siena e una mostra allestita in tutti i comuni aderenti alla Rete in cui viene sottolineato il significato delle parole: omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia”. Ma non finisce qui “la progettualità va avanti tutto l’anno con delle iniziative estive per aggiungere l’intera cittadinanza con spettacoli e approfondimenti cultuali”.

Pesa però l’assenza del comune senese alla Rete: “E’ uscito dalla rete Re.A.Dy con il primo atto della delibera di giunta della nuova amministrazione, ne siamo rimasti sconcertati. Credo che le amministrazioni hanno la responsabilità di fare le amministrazioni al di là del loro orientamento politico, essere una amministrazione infatti significa anche riconoscere tutti i cittadini e le cittadine, anche attraverso iniziative come queste che promuovono la cultura delle differenze”.

A riprendere il tema anche Giulia Periccioli, provincia di Siena: “Esiste una cultura della diversità che va coltivata e insegnata, le amministrazioni che non perseguono questo scopo vengono meno a quello che è il loro impegno. La nostra carta costituzionale infatti impone il rispetto dell’uguaglianza sostanziale e formale di tutte le persone. In tal senso il comune di Siena è inadempiente verso gli obblighi costituzionali. Il nostro obietto ora? – conclude – coinvolgere all’interno della Rete Re.A.Dy tutti i comuni, per portare avanti questi progetti di qualità e fondamentali per la società”.

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