Francesca Pescini con Valentino Rossi

Da tre anni Pescini gestisce la comunicazione del Team Snipers

Nel prossimo fine settimana la Moto Gp tornerà sul circuito di Misano Adriatico, dopo la trasferta ad Austin, negli Usa. E, come per il Gran Premio di “San Marino e della riviera romagnola” dello scorso settembre, anche in occasione del prossimo Gp dell’“Emilia Romagna” una sangimignanese farà parte del paddock. Si tratta di Francesca Pescini: addetto stampa del team Snipers.

A partire dal 2000 non ha mai mancato un appuntamento con il prato del Mugello per il Gran premio motociclistico e il 2014 è stato l’anno della sua prima presenza all’interno del paddock. Prima del Covid frequentava il mondo delle moto anche in altri appuntamenti del più importante Campionato mondiale su due ruote e, da 3 anni, gestisce la comunicazione del team Snipers, la squadra di Mirko Cecchini che milita nella Moto3 del Motomondiale: “Un mondo, nel quale la maggior parte delle donne si occupano di organizzazione di eventi e di comunicazione e c’è molto lavoro anche dietro le quinte” ha detto Pescini nel corso dell’intervista che le abbiamo fatto.

“Attualmente, nel team Snipers (Cecchini si traduce proprio Snipers in inglese), ricopro la figura dell’addetto stampa. Mi occupo della comunicazione della squadra: il sito; i social, che hanno una grande importanza; e tutto ciò che riguarda l’organizzazione degli eventi, anche se, con il Covid, il settore eventi, per forza di cose, si è fermato”.

Come è nata questa sua passione per le moto?

“Fin da quando ero molto piccola il mio sogno era lavorare nel Motomondiale: mi guardavo le gare di Valentino Rossi alla televisione e me le registravo in vhs per poterle rivedere nella settimana di pausa dalle competizioni: in pratica la domenica guardavo sempre Valentino, in diretta o registrato. Credo di avere ancora le registrazioni di alcune gare su videocassetta. Crescendo ho continuato a sognare di lavorare nel mondo dei motori. Questa passione per le moto mi è stata trasferita dal mio babbo Mauro che mi ha fatto conoscere anche la storia dei vecchi motociclisti. Avevo la camera piena di poster di Valentino, ma anche di altri motociclisti. Sono stata da sempre ‘fissata’ con le moto: avevo il desiderio di comprare una moto e, appena è stato possibile, l’ho fatto!”.

C’è un aneddoto che l’ha incoraggiata a provare a lavorare nel Motomondiale?

“Nel biennio delle scuole superiori avevo foderato il quaderno di matematica, non una delle materie che preferivo, con alcune foto di Valentino e delle moto. Un giorno il professore, vedendo questo quaderno, mi ha detto una frase del tipo: ‘Pescini i sogni si lasciano a casa‘. Ecco questo episodio mi ha fatto capire invece che avrei veramente potuto far diventare i sogni realtà e provare a lavorare nel mondo delle due ruote. Senza lasciare a casa i sogni, ma lavorando con loro.”

Ferita nell’orgoglio da questa frase del professore ha spinto al massimo per entrare nel paddock del Motomondiale?

“Non è che abbia mai fatto chissà cosa per raggiungere quello che, sì, era un sogno, ma che non si è mai trasformato in un’ossessione. Ovviamente ho mandato il mio curriculum e mi sono anche presentata di persona a Borgo Panigale, suonando il campanello della sede della Ducati. Ma ho cercato di realizzare questo sogno senza entrare troppo a gamba tesa. La mia vita e la possibilità di lavorare con le moto sono andate avanti in maniera parallela e si sono intrecciate senza forzature. Alla triennale mi sono laureata in Media e Giornalismo presso l’Università di Firenze per diventare giornalista sportiva, proprio per poter lavorare nel Motomondiale, mentre alla Magistrale ho scelto “Comunicazione strategica”, quindi più legata al campo del marketing, sotto Scienze Politiche. Ho sempre sperato di far incontrare la mia vita con questa mia passione, ma senza esagerare. Per carattere ho sempre avuto un approccio aperto nel conoscere persone e nel fare esperienze lavorative e tutto questo mi è servito per realizzare il mio sogno”.

Quale è stato il primo avvicinamento con questo mondo che sembra così lontano?

“Il Motomondiale sembra un mondo distante dal pubblico, veramente inarrivabile e nel quale sembra difficile entrare. Un momento particolare per me è stato quando ho fatto lo ‘stage marketing’ presso la Pramac. Al tempo l’azienda di Casole d’Elsa era lo sponsor principale di un team ma, ancora, non aveva una propria squadra ufficiale. Ho iniziato da subito a chiedere di poter fare qualcosa con il Motomondiale: per esempio, quando arrivavano i documenti del ‘Pramac racing’, il reparto corse dell’azienda, chiedevo di poterli gestire in autonomia”.

Ad un passo dall’avverarsi del sogno di entrare nel Motomondiale ci sono stati alcuni “tourning point”, alcuni punti di svolta

“Quando è finito lo stage con Pramac ho trovato un’azienda, con sede a Poggibonsi e a Prato che si chiama Ambrogio, che si occupa di telecomunicazioni e di Internet service provider: senza che lo sapessi, era lo sponsor di un team di Moto3. Quando sono andata a fare il colloquio di lavoro con loro, avevo davanti la tuta da gara di Alex Marquez, il fratello più piccolo di Marc [Marc Marquez ha vinto per 6 volte la Moto Gp tra il 2013 e il 2019, mentre Alex gareggia in Moto Gp dal 2020, ndr]. Ero determinata ad avere quel posto di lavoro e sono stata assunta come addetto marketing: proprio l’azienda per la quale stavo lavorando era uno sponsor di un team del Motomondiale”.

Con Marc Marquez

Da questo momento far parte del paddock del Motomondiale è stato un attimo

“Esatto! Partendo da una piccola partnership, Ambrogio ha, prima, ampliato la sponsorizzazione e poi, nel 2013, è diventata Main Sponsor prendendo il nome di Ambrogio Racing Team. Quando me l’hanno detto ero contentissima anche perché mi avevano proposto di gestire i contatti con il Team. Nel 2014 è stata la prima volta che sono entrata nei paddock: dovevo gestire i pass per gli sponsor, le ombrelline e gli eventi relativi a quel Gp. Mi sono ritrovata una serie di mansioni da svolgere al mio esordio nel mondo delle moto. A partire dal 2000, prima accompagnata dai miei genitori, ero andata tante volte al Mugello a vedere le gare dal prato, ma senza mai superare il ‘casco rosso’ che segna l’ingresso nel paddock. Non immaginavo minimamente quanto lavoro ci fosse dietro al Motomondiale. Da lì ho cominciato a conoscere gente, a prendere contatti. Sono successivamente stata richiamata per le tappe italiane, come Misano, e per altre gare europee, come Valencia. E anche l’anno successivo è successa la stessa cosa: ho lavorato nelle tappe italiane e in qualche europea. È stata una bellissima esperienza anche quando con il team principal ci siamo scambiati consigli estetici sulla moto; con dei grafici l’abbiamo creata camouflage sulle varie colorazioni del blu e con i cerchioni giallo-fluo: una moto bellissima che fece impazzire tanti appassionati e tifosi”.

Ambrogio ha smesso di avere il team nel Motomondiale e per un po’ Pescini è uscita dal mondo delle moto, almeno per quanto riguarda il lavoro

“Sì ho svolto altri incarichi come addetto stampa per il mondo della moda, a ‘Pitti immagine’, e ho lavorato nell’ufficio pubblicità e comunicazione dell’UniCoop Firenze, ma sono sempre rimasta in contatto con alcune persone che avevo conosciuto nel paddock. Infatti, nel 2019 un mio grandissimo amico mi ha chiamata perché il Team Snipers stava cercando un supporto per la parte di comunicazione. Così ho iniziato a seguire i social e ad occuparmi dell’accoglienza delle persone e degli sponsor di questa squadra marchigiana. È stato un anno molto bello, il nostro pilota Tony Arbolino è finito quarto nella classifica generale della Moto3. E l’anno successivo, nonostante il Covid, Arbolino è arrivato secondo nella stessa categoria, anche a causa di una corsa alla quale non aveva potuto partecipare per essere stato sullo stesso volo di un caso positivo al Covid”.

Come ha vissuto le gare durante il Covid?

“Negli ultimi mesi, non potendo essere presente nel paddock, ho seguito maggiormente anche la parte delle sponsorizzazioni. Purtroppo le gare con gli spalti vuoti sono diverse: i piloti, senza pubblico, senza i fumogeni, senza le bandiere e senza le urla dei tifosi propongono uno spettacolo diverso rispetto a prima del Covid. Per il mio lavoro non essere sempre presente significa una rincorsa ad avere le informazioni. Anche organizzare le interviste con i piloti diventa più difficile: alla fine sono stata poco più che uno spettatore della tv, perdendo il rapporto umano con tutti i membri del team: quelle cose che grazie alla passione e all’adrenalina ti fanno continuare a lavorare nonostante la stanchezza”.

Come si sviluppa il suo lavoro nel paddock?

“Quando posso andare al circuito il mio weekend di gara è un ‘weekend lungo’ perché inizia il giovedì, parte del Team è già lì prima per montare il tutto come l’Hospitality, il box, etc. Dal venerdì mattina iniziano le sessioni, si procede il sabato con le altre prove e le qualifiche e la domenica con la gara. Adesso, quando sono presente, cerco di avere materiale da utilizzare anche in quei momenti in cui non posso essere in circuito. Una cosa che, forse, non passa completamente guardando le gare in tv è l’incredibile sincronia che c’è tra tutti i membri del team: tutti sanno esattamente cosa fare e quando eseguire i propri compiti, anche senza parlare, basta uno sguardo o un cenno per capire di cosa c’è bisogno. E nessuno nel box deve assolutamente disturbare queste loro operazioni: ogni millesimo di secondo è prezioso”.

Alla prima gara di Misano è arrivato il secondo podio di Migno della stagione: quali sono le aspettative verso Misano 2, che sarà anche l’ultimo Gp italiano di Valentino Rossi

“A Misano 1 è stata una soddisfazione enorme: vedere Andrea Migno sul podio è stato davvero emozionante. I ragazzi lavorano sempre duramente, ma ci sono dei Gran Premi dove correre, fare podio o vincere danno più gusto rispetto ad altri e Misano è uno di questi. Domenica correremo anche a Misano 2 e sia Andrea che Alberto Surra, l’altro pilota Snipers, si sono allenati molto; sentono i tifosi che stanno arrivando e sono davvero eccitati all’idea di correre di nuovo qui.

Sarà un Gp anche con una lacrima, dato che sarà l’ultima gara italiana in cui correrà Valentino Rossi: sarà per tutti un momento davvero emozionante”.

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