Intervento d’urgenza per la messa in sicurezza della parete di via Esterna Fontebranda: il comune stanzia 200mila euro. Il geologo: “Lavori simili a quelli delle zone vicine”

Comune al lavoro per la messa in sicurezza di via Esterna Fontebranda. Palazzo Pubblico ha stanziato 200mila per il lavoro, cui si aggiungono 25mila euro per gli abitanti preventivamente evacuati e che sono stati ospitati da alcuni alberghi cittadini.

L’intervento per la messa in sicurezza della parete di via Esterna Fontebranda vedrà dunque l’investimento di 200mila euro. Somma urgenza: così si è espresso Palazzo Pubblico negli atti redatti al termine dei necessari sopralluoghi: “Le circostanze rivestono carattere di somma urgenza” si legge nei documenti ufficiali. I lavori serviranno quindi per rendere sicura la parete di tufo che svetta sopra le case di via Esterna Fontebranda, raggiunte lo scorso 11 ottobre da una frana di tufo. Sul posto sono subito intervenuti Vigili del Fuoco, protezione civile, Carabinieri, oltre al sindaco di Siena Luigi De Mossi e ai tecnici degli uffici comunali. “Sembrava un terremoto” hanno testimoniato alcuni residenti alla Gazzetta di Siena.

Con un atto di giunta, l’amministrazione ha deliberato la messa a disposizione della cifra a pochi giorni dall’evento, in quanto prima di consentire il rientro nelle abitazioni delle persone evacuate è indispensabile procedere alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza del versante interessato dal movimento franoso, così come aveva annunciato l’assessore ai lavori pubblici Sara Pugliese. I residenti evacuati, quindi, non rientreranno nelle loro case fino a quando i lavori non saranno conclusi, pertanto, verranno stanziati ulteriore 25mila euro per il ricovero temporaneo degli evacuati, ipotizzando una permanenza di 45 giorni. Gli hotel contattati e che hanno dato disponibilità- da quanto si evince dagli atti ufficiali – sono Hotel Palazzo dei Priori in strada di Montalbuccio 31 e Hotel Fuor Points by Sheraton in via Antonio Lombardi 4.

“Gli interventi – si legge nell’atto – rientrano fra quelli di somma urgenza per l’incolumità pubblica della cittadinanza e per consentire il rientro nelle proprie abitazioni delle persone evacuate a scopo precauzionale”.

Ad aver svolto i sopralluoghi sul posto, è stato il geologo Andrea Capotorti che, su incarico dell’amministrazione comunale: “Mi sono recato in zona fin dalla domenica, chiamato dall’assessore Pugliese e poi lunedì mattina abbiamo fatto un nuovo sopralluogo sia nella parte bassa che a monte. Nella parte sottostante al cimitero del Laterino abbiamo così potuto verificare la situazione per poi cominciare a pianificare l’intervento“.

Minuziosa l’indagine di Capotorti e dei professionisti coinvolti. “Nella parte a monte non abbiamo ravvisato particolari criticità. E’ un tratto di scarpata oggetto di intervento ormai di circa venti anni fa, è stato peraltro uno dei primi interventi di questo tipo, per la messa in sicurezza della parte retrostante alle case, quella che sostanzialmente si affaccia sulle abitazioni. Non fu oggetto di intervento, perché non si ravvisarono le necessità, una parte della parete, che è quella poi dove si è verificato il distacco di materiale che ha provocato il danneggiamento”.

Fondamentali le protezioni già installate, che hanno evitato danni più gravi. “Si è in parte danneggiata anche la rete di protezione esistente, ma è normale. Si tratta adesso di intervenire per mettere in sicurezza la zona, studiando il modo appropriato. Posso anticipare che verrà fatto per prima cosa il taglio della vegetazione perché questa è concausa di questo tipo di fenomeni: le radici di queste essenze, principalmente acacia e leccio, hanno la tendenza ad infiltrarsi nelle crepe delle rocce e causare distaccamenti. Il taglio della vegetazione permetterà anche di fare una migliore valutazione dello stato della parete, adesso solo parzialmente visibile. Poi si tratterà di fare un intervento simile a quello di altre zone vicine, interventi che hanno già dimostrato la loro efficacia, anche se non è detto che un intervento sia sempre replicabile. La tipologia però è similare: si tratta di installare un apparato di reti metalliche, con funi e tirati e pannelli di reti in acciaio che collaborano insieme per contrastare il movimento e fare in modo che, anche in caso di distacco, il materiale non abbia la capacità cinetica, la forza e la velocità di scendere. In sostanza c’è anche una capacità passiva di trattenere il materiale”.

In quel tratto di Fontebranda, è del tutto impossibile costruire nuovi edifici. “E’ chiaro che l’uomo ha fatto scelte in passato che adesso non sarebbero più possibili: infatti a livello urbanistico si parla di un recupero conservativo, anche attraverso questo tipo di interventi di messa in sicurezza. E non è possibile erigere nuove edificazioni”.

“Gli interventi – si legge ancora negli atti ufficiali – indispensabili da programmare con immediatezza sono: il taglio della vegetazione sommitale la zona interessata dalla frana; il controllo della coerenza del versante in modo da verificare la presenza di porzioni di terreno incoerenti e successiva rimozione del materiale franato ed eliminazione dello stesso; posa di nuove e più estese reti di protezione con intervento dall’alto verso il basso; verifica dello stato delle abitazioni evacuate”.

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