Forno crematorio, Neri scrive alla città:
Forno crematorio, Neri scrive alla città: "Necessario confronto pubblico"

Eugenio Neri sul nuovo forno crematorio del Laterino: “Un impianto di questo tipo è potenzialmente molto pericoloso”

Ha preso il via nell’aprile scorso il cantiere per la realizzazione del nuovo forno crematorio al cimitero del Laterino, ma i dubbi sull’impatto che il bruciatore potrebbe avere sull’ambiente, continuano a crescere. Molti i cittadini che si sono mobilitati portando sul tavolo del Comune di Siena (attivatosi chiedendo chiarimenti all’Arpat e alla Regione Toscana) una raccolta firme per chiedere lo spostamento dell’impianto il quale, oltre alle salme senesi, accoglierebbe anche quelle di altre province. Ad intervenire nuovamente sul tema è il dottor Eugenio Neri, docente universitario e chirurgo delle Scotte, che si è espresso con una lettera aperta alla città:

“Lettera aperta alla città
sul forno crematorio.

Al Sindaco
Agli Assessori Coinvolti
Ai Consiglieri Comunali
Alle Forze Politiche (Partiti e Organizzazioni Civiche)
Alle organizzazioni del Volontariato
Ai Cittadini “contro”
Ai Cittadini “pro”
Agli organi di informazione

Qualche giorno fa una mia iniziativa social ha fatto occupare la stampa locale del tema della costruzione del nuovo forno crematorio, portando alla luce l’iniziativa presa da un gruppo di cittadini per far analizzare il problema con una relazione tecnica, costituirsi in comitato contro, e portare il tema all’attenzione della Magistratura.

Mi preme precisare che io non non sono contrario alla cremazione, anzi, tutt’altro. Il mio punto di vista e’ semplice: la richiesta di confronto e trasparenza. Al Laterino un forno crematorio c’è sempre stato. Divenuto obsoleto se ne progetta uno nuovo. Normale no? Fino a un certo punto. Viene progettato più grande , molto più grande e con criteri essenzialmente industriali. Lo si fa “alla zitta”, diciamo così: il “grande pubblico” ignora la cosa e il progetto non ha alcuna risonanza. La giunta De Mossi lo eredita dalla giunta Valentini e procede allo stesso modo. Insomma, e’ il metodo del fatto compiuto. Dare per scontato che tutti sarebbero stati d’accordo.

Lo progetta la sinistra, lo realizza la destra. L’argomento? I problemi ambientali? Se ci saranno li vedremo dopo la realizzazione, una volta a regime. Ora basta la dichiarazione del costruttore che l’impianto rispetta i limiti di legge. Si, perché il tema messo in luce dalla relazione tecnica del Comitato dei cittadini “contro” è che proprio gli aspetti ambientali sarebbero stati sottovalutati. Vengono presi per buoni dagli Uffici i dati forniti dalla ditta senza alcuna verifica indipendente da parte del Comune (abbiamo trovato errori anche nelle unità di misura!)

Vero, falso? Possiamo parlarne? Si può avere un confronto pubblico per meglio capire? O dobbiamo solamente aspettare i responsi della Magistratura , che sicuramente avrà proceduto alle verifiche sollevate dall’esposto presentato su questo tema ? Oppure dobbiamo accettare il fatto compiuto? La politica del fatto compiuto è quella a cui ormai ci siamo tutti abituati , ma su temi sensibili come la salute pubblica, non è proprio accettabile

So bene che ci sono cittadini e associazioni che sono a favore dell’impianto, perché chiedono giustamente il diritto di poter cremare i loro cari ed essere cremati loro stessi nella propria città. Potrei esserci anche io tra questi.

L’ultima cosa che voglio è una guerra tra vivi sui morti o per i morti a spese dei vivi . Anzi, vorrei la sintesi di queste istanze, una sintesi civile e non di compromesso. Il mio desiderio sarebbe quello che Siena possa trovare una nuova area cimiteriale, moderna, attrezzata, con aree di parcheggio e con un moderno impianto per la cremazione, sostenibile , anche economicamente si capisce! Ma questo è un sogno, immagino, o no?!

Più concretamente, mi sento di avanzare qui una proposta di incontro perché ci si possa confrontare. Perché le diverse ragioni, del si e del no, si incrocino e non restino distanziati dagli altrimenti inevitabili fogli di carta bollata, che creeranno soltanto dei muri ulteriori.

Siena ha bisogno di guardare al futuro, su ogni cosa. Per farlo occorrono donne e uomini volenterosi, che non si ritraggono, che guardano avanti e affrontano i problemi per quello che sono, con spirito libero, mettendo ciascuno le proprie idee e cercando di portarle a sintesi comune.

Bisogna evitare di essere i primi nemici di noi stessi. Ma abbiamo bisogno del confronto. Poi chi deve decidere decida. Ma in piena consapevolezza e responsabilità.

Come ho espresso ripetutamente da medico sono molto preoccupato di un impianto industriale di cremazione nel centro di un’area urbana (Pantera, Chiocciola , Selva , Oca e poi San Prospero , la Colonna , Pescaia, Cappuccini, Montalbuccio…)

Ho maturato questa preoccupazione specialmente dopo il confronto con autorevoli esperti (che vorrei illustrassero pubblicamente i loro rilievi e le loro eccezioni) e dopo aver letto la documentazione tecnica .

Un impianto di questo tipo è potenzialmente molto pericoloso ma soprattutto è un grande errore; i tempi per rimediare ci sono. Manca una consapevolezza pubblica e un doveroso dibattito su scelte così importanti per la salute collettiva .

Ho atteso che passassero le suppletive, prima di formulare – da libero cittadino – questa proposta, proprio perchè non diventasse un tema di politica elettorale .

Dunque un invito a chi si renderà disponibile al confronto sul tema del forno crematorio, favorevole o contrario che sia, di incontrarci in un luogo adeguato.

Chi vuole aderire portare un contributo può mandare una mail a neri.eugenio@gmail.com ; o lasciarmi un messaggio nella pagina facebook”.

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