L’intervista inedita sarà trasmessa sulla pagina Facebook del Comune poliziano

In occasione delle celebrazioni della Festa della Liberazione di domenica 25 aprile, sulla pagina Facebook del Comune di Montepulciano verrà trasmessa un’inedita intervista a Sergio Sadotti, testimone oculare dell’impiccagione di Giuseppe Marino, partigiano che venne catturato, torturato ed impiccato dai tedeschi il 23 giugno 1944, la settimana successiva alla liberazione della cittadina poliziana. Sin dall’anno successivo, un’epigrafe fu affissa nei pressi di Borgo Buio, recante la frase “Il capestro nazi-fascista qui strangolava la ventenne esistenza del patriota Giuseppe Marino da Catania. Al nemico, ai traditori, ai pavidi, agli ignavi, il suo nome grida ‘la libertà più della vita'”.

La memoria del partigiano venne poi rinnovata nel 2010, quando Amministrazione Comunale e ANPI affissero un’altra targa sottostante alla sopracitata con la testimonianza di Giuseppe Momicchioli, che all’epoca era bambino e che descrisse Marino come “un ragazzo macilento, piccolo, con i capelli scarmigliati, tremante e pallido”, che “aveva lo sguardo assente, ma i suoi occhi non cercavano quelli di nessuno; era come se fosse inebetito, mentre due tedeschi lo tenevano in piedi a quattro mani”. Sergio Sadotti, che oggi ha 94 anni, all’epoca era il giovane che quel giorno teneva l’acquasantiera a cui il vescovo Emilio Giorgi – in carica dal 18 settembre 1933 all’8 giugno 1964 – attinse per benedire il cadavere del partigiano, che penzolava orrendamente dall’improvvisato patibolo.

Ad annunciare l’inedita intervista è stato il sindaco Michele Angiolini: “Abbiamo rintracciato un testimone del brutale omicidio di Giuseppe Marino, eseguito dai soldati tedeschi il 23 giugno 1944, tramite impiccagione al lampione nell’allora Piazza Manin. Non un’azione di guerra ma un’inumana esecuzione, senza processo né possibilità di appello; un episodio che marca la storia della nostra città e che tuttora scuote e turba le coscienze. Il testimone si chiama Sergio Sadotti – continua il primo cittadino -, 94 anni, toscano, trapiantato nelle Marche; ci ha scritto, lo abbiamo contattato, ci sono elementi che rendono attendibile la sua testimonianza, lo abbiamo intervistato. Ne è scaturito un eccezionale documento che, oltre a rivelare dettagli inediti di quel tragico periodo, porta alla luce gli stati d’animo di un sedicenne che si trovò improvvisamente di fronte alla materializzazione dell’odio e della violenza frutto della guerra“.

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