Le conseguenze dei costi energetici porteranno all’interruzione delle attività produttive e alla chiusura di molti comparti

Le conseguenze degli aumenti dei costi energetici rischiano di pesare in modo grave sui bilanci di molte aziende e portare a interruzioni delle attività produttive e chiusure in molti comparti.

Per Moreno Vignolini della Ritoricitura Vignolini di Prato, presidente della categoria tessili di Confartigianato Toscana : “ Gli aumenti dei costi dell’energia hanno un impatto diverso per le imprese che operano nelle varie fasi della filiera del tessile-moda. In media sono del 35% ma per le imprese energivore come le tintorie e le rifinizioni gli aumenti sono assai superiori. Il costo del gas è quintuplicato. E’ come la caduta di un macigno che avviene in un momento in cui per alcune lavorazioni vi era una timida ripresa degli ordini, dopo le chiusure e le difficoltà dovute alla pandemia. E’ fondamentale che si trovino accordi per calmierare i costi e quindi i prezzi e le tariffe. Istituzioni, fornitori, imprese e parti sociali devono fare la loro parte per riuscire a contenere gli effetti negativi di questi aumenti o tante imprese potrebbero chiudere “.

Luca Parrini, della Parrini Gioielli di Monte San Savino (AR), presidente nazionale degli orafi di Confartigianato, evidenzia come : “Da tempo le nostre aziende soffrono di un gap molto importante rispetto a i concorrenti internazionali per quanto riguarda il prezzo delle fonti energetiche (luce e gas).  In questi anni abbiamo cercato di assorbirlo internamente per non andare a sovraccaricare il prezzo dei nostri prodotti. Ma adesso, a seguito delle dei miglioramenti tecnologici che ci permettono di fare la differenza nei confronti dei nostri competitor, siamo diventati ancora più energivori quindi l’importante aumento dei costi che subiremo durante quest’anno saremo costretti a caricarlo sui prezzi dei nostri prodotti. Quali saranno le conseguenze di tutto questo non è ancora dato saperlo ma certo le nostre aziende non possono assorbire tali aumenti. Chiediamo a gran voce aiuti evidenti e tangibili tali da non mettere le nostre aziende fuori mercato”.

Marco Costoli della Same Decorazione di Empoli (FI), coordinatore di Confartigianato Empolese Valdelsa: “ L’aumento del costo dell’energia ha un impatto fortissimo sulle vetrerie che utilizzano metano o energia elettrica per alimentare i loro forni di cottura. Questi aumenti vanno ad aggravare una situazione già complessa perché in Toscana le imprese dei poli produttivi di Empoli e di Colle Val d’Elsa subiscono la concorrenza internazionale e le loro difficoltà si ripercuotono anche sulle aziende dell’indotto e della trasformazione.  A differenza di quanto avviene in altre Regioni, in particolare in Veneto, in Toscana le aziende del vetro non ricevono aiuti”.

Gli aumenti dei costi dell’energia hanno quadruplicato i costi di produzione del settore carta ed imballaggi per Maurizio Baldi della Tipografia La Zecca di Levane (AR) in Valdarno, presidente della consulta delle categorie di Confartigianato Toscana. Per Baldi: “ Il settore della carta e delle tipografie è particolarmente colpito perché l’energia è utilizzata non solo per azionare i macchinari nel processo produttivo ma anche per il riscaldamento dei magazzini. La carta, la cellulosa e altri materiali assorbono umidità e devono essere conservati in magazzini a temperatura controllata. L’aumento del costo dell’energia porterà rincari in tutti i settori e si somma a quello delle materie prime comprimendo i margini delle nostre imprese. Le istituzioni, a tutti i livelli, devono avere maggiore attenzione per questa situazione preoccupante. Servono intervenenti immediati e concreti per tagliare le bollette e politiche che rendano il nostro Paese meno dipendente dall’estero per l’approvvigionamento energetico”.

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