Gazzetta di Siena dà i voti agli otto candidati al termine del primo turno delle amministrative
Primo turno andato, Siena in qualche modo ha già scritto una pagina di storia: per la prima volta ci sarà un sindaco donna. Non è solo questo il dato che emerge dalla prima tornata elettorale: la sconfitta del civismo e il ritorno ai partiti, l’annullamento o quasi della sinistra estrema e del fu Movimento Cinque Stelle. In vista del secondo turno ci saranno due settimane intense, ma è quasi già certo che apparentamenti ufficiali non ci saranno, ma, semmai, solo accordi informali. Vediamo i voti ai singoli candidati, in ordine di arrivo.
Nicoletta Fabio
Un dato storico non deve sfuggire: per la prima volta un candidato di centrodestra è in testa alla classifica, seppur parziale. Solo questo vale un punto in più in pagella. Fabio è partita tardi, ma avuto il grande merito di sprintare più forte di tutti, grazie soprattutto a Fratelli d’Italia che ha tenuto nonostante un calo fisiologico rispetto alle politiche, e alla sua lista. Spinta arrivata anche grazie alla mobilitazione da Roma e al trend nazionale sul centrodestra. Il risultato resta ed è importante: ora servirà allargare il panorama al ballottaggio. Voto 9.
Anna Ferretti
Un po’ in calo nelle ultime settimane, ha arrancato in qualche seggio storico della sinistra, ma ha ottenuto il risultato: ballottaggio, per aprire tutta un’altra partita. Il Pd tiene, ma non è lontanissimo dai livelli di un tempo, bene la sua lista, non eccezionale il risultato di Iep. Si sta già guardando intorno (Montomoli?), potrà contare probabilmente sui voti di Bozzi e Boldrini, anche se non ci saranno, come detto, accordi veri e propri e gli elettori non appaiono più spostabili come un tempo. Il voto è derivato anche da una storia che vedeva appena qualche anno va il Pd stravincere sempre e comunque. Non è più così, ma anche questo ormai si sapeva. Voto 7,5.
Fabio Pacciani
Alcune premesse sono doverose: Pacciani è partito prima di tutti, ha messo in campo una campagna intensissima a tutto tondo, ha battuto vicoli e strade. Non partiva proprio da zero, vista l’eredità di Piccini, Marignani e tanti ex Pd: i dati dicono che questi sono stati più una zavorra che una spinta e probabilmente hanno fiaccato nel tempo la verve del dentista. Il risultato non è da sottovalutare come percentuale e come voti, ma, se non ci saranno apparentamenti (come molto probabile), produrrà poco in consiglio comunale (tre consiglieri?) per effetto della distanza percentuale dal primo e dal secondo e delle tante liste presenti che hanno, di fatto, frammentato la coalizione in tanti piccoli pezzetti (solo tre su sette sono sopra il 3 per cento). Da capire come si posizioneranno i suoi voti al ballottaggio, ma resta sempre un fatto: i voti non si spostano più come un tempo, men che mai con questa frammentazione interna. Il voto è influenzato da tutto questo, ma soprattutto dal fatto di non aver raggiunto l’obiettivo del ballottaggio. Voto 5.
Massimo Castagnini
Impensabile di poter dare la sufficienza a chi aveva detto, come sopra, di voler raggiungere il secondo turno e si ritrova invece poco sopra il sette per cento. Anche Castagnini è partito abbastanza tardi, ma in campagna elettorale non ha avuto spinta dalle liste e da Italia Viva, poi guardando i voti raccolti le liste sono sopra il dato del candidato. Ha provato a recuperare nelle ultime settimane puntando sull’attuale sindaco, ma è sicuramente l’aspetto più tragico della coalizione. I malumori interni porteranno sicuramente ad una spaccatura il cosiddetto Ricciarello magico con Scaramelli che guardano a sx e SiAmoSiena con parte della lista Castagnini a dx. Unico aspetto positivo: quarto posto difeso e comunque 2100 voti che potrebbero essere determinanti. Voto 5.
Emanuele Montomoli
La sua campagna elettorale, peraltro cominciata da mesi, è stata più goliardica che altro, soprattutto nelle ultime settimane. Forse un po’ troppo, se guardiamo a qualche meme e video circolato sui social alla vigilia del voto. Poteva anche attendere un po’ prima di dire che non sarebbe entrato in consiglio comunale, anche per rispetto di chi gli ha accordato fiducia. Alla fine si piazza quinto, la sua unica lista scivola al quarto posto (e non terza, come ha dichiarato con troppa fretta): stando ai si dice avrebbe già in cantiere un accordo con Ferretti per un assessorato (Sara Pugliese?). Sarebbe una bella transumanza: da candidato del centrodestra ad alleato del Pd. Voto 5.
Elena Boldrini
Eravamo stati buoni profeti: non si è mai vista prima, non si vedrà dopo, visto che il Movimento Cinque Stelle non entrerà in consiglio comunale. Mezzo voto in più per avere avuto la forza di ripresentare il simbolo dopo dieci anni di assenza dalle comunali, ma il gioco ha funzionato poco. Ha detto di voler lasciare liberi i suoi pochi elettori, che presumiamo non pendessero comunque dalle sue labbra. Voto 4,5.
Alessandro Bisogni
L’ultrasinistra sparisce o quasi, facendo qualche passo indietro rispetto al passato. Siena Popolare è lontana dal consiglio comunale e “qualcosa di sinistra” non è fin qui mai emerso. Bisogni si attacca all’astensionismo, ma il risultato suo è chiaro. Voto 4.
Roberto Bozzi
Le pecore si sono contate a maggio e sono poche, molto poche. Bozzi arriva ultimo anche se per pochi voti rispetto a Bisogni, anch’egli lontanissimo dal consiglio comunale. Difficile anche che arrivi un mezzo accordo con il centrosinistra, visti le poche preferenze che potrà dire di spostare. Si consolerà con gli ormai celebri pici all’aglione. Voto 4.