A Sinistra primarie dall’esito pressoché scontato: Anna Ferretti non può temere la sfida lanciata da Campanini

Dunque saranno primarie il 12 febbraio. Ma la montagna, come si suol dire, ha partorito un topolino. Perché, con tutto il rispetto, fra Anna Ferretti e Ernesto Campanini non ci sarà corsa. Da una parte Pd, Articolo uno, Sinistra civica ecologista, Liberi solidali e progressisti, dall’altra Indipendenti e progressisti, Sinistra italiana, Europa verde. Definirle primarie “vere”, come spesso si sente dire fra i dirigenti Dem, pare un eufemismo. Ferretti vincerà, Campanini arriverà secondo su due. Sarà semmai interessante capire quanti saranno gli avventori: difficile eguagliare o anche solo aspirare ai quasi cinquemila che parteciparono, quasi un secolo fa, a quelle fra Maurizio Cenni e Anna Carli.

In ogni caso l’esercizio delle primarie è comunque da salutare in maniera positiva. Anche perché il Pd rischiava emorragie a sinistra, fra il movimento di Massimo Vita (Liberi, soldiali e progressisit) e quello di Campanini (Iep) che non trascineranno orde di elettori alle urne, ma che opinione comunque la fanno. E il fatto che non si sia presentato nessun altro (Vittori di Tertium Datur o Masi dello stesso Pd, pur con tutte le problematiche di regolamento interno) è un segnale di unità che negli ultimi tempi si è visto poco dalle parti del centrosinistra.

La campagna elettorale che di fatto parte oggi per i due contendenti sarà parallela a quella per il segretario nazionale Pd e sicuramente un po’ di mobilitazione in più la creerà nel sonnacchioso e annoiato popolo di sinistra.

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