I RIS Chianti e la battaglia agli scarichi di rifiuti nel bosco

Nei boschi del Chianti ogni domenica si ripete un rito, da qualche parte sulla strada Chiantigiana appare l’insegna “RIS Chianti”, si svolge poi una processione di ragazzi e ragazze armati di guanti e sacchi neri. Ciascuno di questi guerrieri porta con sé qualcosa che ha sottratto al bosco e lo deposita sotto l’insegna: ferri vecchi, un sacco di bottiglie di plastica, uno pneumatico, una dentiera, dei sanitari arrugginiti.

I RIS Chianti sono dei volontari civici del Comune di Greve in Chianti, la sigla, ci spiega Celeste, una delle fondatrici del gruppo, sta per “Raccattiamo i’ sudicio”.  Da settembre 2019 questi ragazzi hanno iniziato una minuziosa opera di pulizia delle zone adiacenti alle strade del Chianti, devastate dall’inciviltà generale e da un vero e proprio fenomeno di scarichi abusivi. L’iniziativa spontanea si è a poco a poco fatta conoscere nei comuni limitrofi e, dopo più di due anni di attività, il gruppo collabora con il Comune e con Alia per lo smaltimento dei rifiuti, in una sinergia virtuosa di energie e impegni.

“Abbiamo ripulito diverse aree del Chianti, tra cui tutta la zona del Passo dei pecorai, inutile dire che nel giro di pochi mesi più o meno la situazione era la stessa – ci informa sconsolata Celeste – poi siamo passati ad Antina, che è praticamente il letto di un fiume, che siamo riusciti a ripulire completamente, poi zone di Panzano e di Greve verso San Michele”.

Quando gli chiedo con che tipo di rifiuti si trovino più frequentemente a fare i conti, Marco, un RIS Chianti, scuote la testa:” Troviamo le cose più incredibili. Come materiali metallo, ceramica, vetro, plastica, indifferenziato, tessuti: di tutto di più. Poi si trovano anche cose strane: è capitato di trovare un filare di denti, del materiale odontotecnico”. La quantità di materiale raccolta in un perimetro di bosco dipende sostanzialmente dalla quantità di ragazzi messa all’opera e ciò significa che ogni pezzetto di bosco è come una piccola miniera di rifiuti, più si scava e più persone scavano nello stesso punto, più materiale emerge: una discarica infinita.

Sembra comunque che plastica e bottiglie di vetro siano le cose presenti in quantità maggiore, e questo per Marco ha una chiara spiegazione antropologica: “Ci sono cumoli grandi di bottiglie di vetro, per esempio, in prossimità di guardrail, piuttosto che dirupi o cose del genere. Sembra che ci sia un meccanismo psicologico per cui alla gente fa piacere buttare la roba nel vuoto o contro qualcosa, in particolar modo il vetro”.

Ma non sarebbe corretto addossare tutta la responsabilità di un simile disastro ecologico – si parla di tonnellate di materiale raccolte di volta in volta in pochi metri quadri di bosco – a qualche sparuto lanciatore di bottiglie. Marco aggiunge che:” Non è solo una questione di inciviltà, che è comunque alla base, ma ci sono problematiche organiche: situazioni del tipo legislazioni non troppo disposte a risolvere questo tipo di problema, persone che magari sono in affitto a nero e hanno difficoltà a buttare via questa roba e la smaltiscono nel peggiore dei modi, ci son costi elevati per poter smaltire alcuni materiali”.

Anche Martina conferma che il problema è qualcosa che sta alla base di queste situazioni e che è organico:” Lo scarico dei rifiuti abusivo è qualcosa che se non è regolamentata, o se non si trovano modalità per sanzionare e controllare, continuerà ad esserci sempre”.

Nel frattempo, questi ragazzi si sporcano le mani, spostano rovi, trasportano materiale e si arrampicano sulle scarpate delle strade, tutto con la voglia di lasciare un luogo, che considerano casa loro, più pulito di come l’hanno trovato. Speranza spesso delusa: basta lasciar passare poco tempo, dicono, e le zone che abbiamo ripulite dai RIS Chianti, tornano nelle condizioni di prima; boschi di lamiere con prati di fiori di plastica. Marco sorride: “Chi la dura la vince”.

Le interviste ai RIS Chianti.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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