Giorni letteralmente di fuoco per aziende e cittadini, alle prese con l’allarme siccità e il razionamento dell’acqua
Quella dell’allarme siccità è stata una vera e propria escalation di notizie e provvedimenti: già il 16 giugno l’Autorità idrica toscana (Ait) aveva formalmente invitato i sindaci a predisporre un’ordinanza per la tutela delle risorse idriche e potabili, e l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena si è mossa velocemente, anche perché il settore agricolo è fra i più esposti a questo tipo di eventi, ma non può fare miracoli (se l’acqua non c’è o non è abbastanza razionarla serve a poco). Già il 23 giugno il Comune di Siena adottava un’ordinanza, come suggerito dalla regione, in cui viene fatto divieto assoluto di utilizzare l’acqua potabile proveniente dagli acquedotti urbani e rurali, per scopi diversi da quelli igienico-domestici, fino al prossimo 31 agosto. Il giorno seguente, 24 giugno, l’assessora all’ambiente e difesa del suolo Monia Monni ha convocato i sindaci, l’Autorità idrica Toscana (AIT) le Autorità di Distretto, l’Anci, Upi ed Anbi per analizzare più da vicino la questione della gestione della risorsa idrica toscana e studiare un piano d’azione mirato.
Tanti i gridi d’allarme lanciati dalle aziende locali in questi giorni di caldo torrido e siccità, e finalmente gli interventi si stanno concentrando sulla pianificazione e l’ottimizzazione dei processi legati alla gestione della risorsa idrica, strada maestra scelta dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena. Gli interventi non possono che concentrarsi sulla raccolta e la conservazione di adeguate quantità d’acqua, al fine di ridurre gli sprechi, ma intanto molti campi coltivati stanno patendo la sete e non è detto che possano resistere ancora molto, mentre già si prospettano scarse precipitazioni e temperature sopra la media per i mesi a venire. Insomma, il razionamento dell’acqua non è uno spettro, è già tra noi, e se per ora a farci i conti sono soprattutto le attività commerciali, non si può escludere che la situazione si aggravi così tanto da coinvolgere ancora più direttamente i singoli cittadini. In toscana Siena non è fra i territori soggetti a rischio maggiore, ma ciò non deve indurre a credere che le criticità in atto nei territori circostanti non finiscano per influenzare anche la provincia senese.
Giova ricordare che il 97,5 % dell’acqua presente sul pianeta è salata, e della quota restante di acqua dolce la maggior parte è usata per l’irrigazione di campi di colture alimentari e di cotone. In Italia i ghiacciai alpini sono la principale fonte delle risorse idriche nazionali, ma vengono sempre più intaccati dal riscaldamento globale e il processo inizia a far sentire le sue conseguenze. In media ogni italiano consuma 236 litri d’acqua dolce al giorno, (la media europea è di 125 litri) non proprio pochi, e la tendenza in atto pressoché ovunque è quella dell’aumento dei consumi di acqua, non della loro diminuzione. Mentre, fortunatamente, come abbiamo detto, le aziende (rispetto ai privati) si stanno già riorganizzando su una linea di risparmio, razionamento ed efficientamento. Infatti, fra le cause della siccità ci sono sì i cambiamenti climatici, ma anche l’aumento costante del fabbisogno di acqua, l’inquinamento di molta parte delle acque a nostra disposizione e una pessima gestione della rete idrica. Iniziamo quindi ad agire, a partire da fenomeni che possiamo controllare.