Zitti tutti, parla Il Palio

Ovvìa cittini, siamo stati bravi! Tutti bellini ordinati, ‘omposti, il gelle fin’ai gomiti, la mascherina sopra la bazza, la pec al Priore pe’ piglia’ ‘l caffè al barre. S’è fatto tutto! Poi c’hanno chiesto ‘l grinpasse pe’ anda’ in società. E allora giù grinpasse! Grinpasse da tutte le parti! C’hanno chiesto di fa ‘l giro mascherati, co’ meno monturati… e gli s’è fatto anche quello! Non ci si può di’ nulla, via, siamo stati bravi abbestia. Tutti fieri, io pe’ primo, che mentre ‘l mondo andava a rotoli, noi si trovava uguale ‘l modo d’anda’ avanti.

Che orgoglio che ho provato! Nel vedevvi tutti a testa alta, a senti’ la vita mai sopita tra i vicoli impolverati, a vede’ che anche senza, alla fine avete fatto uguale. Che alla fine, si disse, senza potessi vive’, senza toccassi, senza pote’ morde’ l’emozioni, che si faceva a fa’?

Siena trionfa immortale” s’è detto.

Ora però, cittini belli, mi girano i barberi.

Perché?

Mah, insomma. Paliotti da tutte le parti, a Legnano hanno goduto come ricci! A Asti so’ tutti lezzi inguastiti perché vogliano lo straordinario, ora a Fucecchio cominciano e gliele danno secche!

E io?

Ma fosse solo quello. Insomma, io so’ un’altra ‘osa, si dice tutti. Però, ecco, ‘un mi torna mi’a tanto. Bici’lette a destra e sinistra, gente che corre, gente che canta, gente che s’assembra, si sputacchia nel muso e nessuno dice niente.

E io?

E io, alla fine, ‘un chiedevo mi’a tanto. Mi bastava risenti’ ‘l frescolino della prova la mattina. Mi bastava vede’ montato il palco de’cittini, consola’ quello più mocci’one spaventato dal mortaretto. Mi bastava esiste, come so’ sempre esistito.

Perché io so’ la storia, ma non ne voglio fa’ parte, non voglio rimane’ ‘l ricordo commosso di qualcuno che non s’è rassegnato. Io voglio rinasce’ e mori’ co’ le stagioni, voglio esse ‘l palpito ultimo di chi lascia ‘l mondo e la prima frignata di chi lo raggiunge.

E invece?

E invece m’hanno messo qui, a sede’ in un angolino, co’ tutti i mi’ cenci rincincignati, ad aspetta’ d’esse spiegati a festa.

M’hanno detto di gente a canta’ pe’ strada, di cavalli che corrano, fantini che esultano.

E io?

E io che chiedevo solo un zinzillino di vita. Che volevo solo una briciola di tufo, di senti’ la speranza monta’ nel petto, di vede’ musi sudati e fazzoletti molli di lacrime. Io, che chiedevo solo i mi’ popoli ardenti, infiammati d’estro e guerra. E io, che chiedevo solo di pote’ rinasce nel fumo dell’ultimo scoppio, io che volevo solo il vocia’ d’argento d’una chiarina.

Io, che mi bastava senti’ trema’ i ferri della fonte, che m’accontentavo di cerca’ quelli co’ l’occhi per aria in mezzo a Piazza e indovina’ le preghiere. Io, che volevo solo esse’ abbracciato dalla mi’ gente.

È proprio vero, signori miei.

Io so’ una ‘osa diversa.

So’ l’unica che ‘un si fa!

E sarà pur vero che Siena trionfa immortale.

Ma così, alla fine

m’ammazzano.

Col dubbio nel cuore,

Il Palio

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui