Le donne della Cgil: “A un anno dall’inizio della pandemia chiediamo più attenzione alle ‘urgenze’ di genere”

“Quest’anno dobbiamo rinunciare ad organizzare qualsiasi iniziativa in presenza – affermano il Dipartimento Pari Opportunità CGIL e il Coordinamento Donne dello SPI CGIL di Siena – ed è per noi un vero dolore non poter celebrare l’8 marzo come vorremmo, per di più dopo un anno disastroso che ha visto la condizione femminile peggiorare ulteriormente, un anno in cui si è innescata una crisi economica e sociale senza precedenti che pagano in grande maggioranza le donne, soprattutto giovani. Sono migliaia i posti di lavoro persi e i contratti scaduti e mai rinnovati, per non parlare del moltiplicarsi di dimissioni che preferiamo definire ‘senza scelta’ piuttosto che ‘volontarie’: l’Istat afferma che solo nel mese di dicembre dei 101.000 posti di lavoro persi a livello nazionale, 99.000 erano occupazione femminile”.

Non sono sorprese le donne della CGIL, ma piuttosto vedono questi dati come una triste conferma della condizione in corso ormai da troppi anni: “I lavori femminili sono da sempre i più ‘poveri’, con qualifiche inferiori e salari più bassi, ma sono i lavori essenziali, quelli che permettono ad esempio di far funzionare gli ospedali, e al tempo stesso sono però oggetto di catene di appalti dove si fanno sempre più rarefatti diritti e tutele. Difficile conciliare lavoro e vita familiare, e spesso si è costrette ad uscire dal mercato del lavoro per questo motivo”.

“Anche da pensionate la condizione non migliora, – aggiungono le donne dello SPI CGIL – con pensioni basse che risentono della vita contributiva precedente, pesanti carichi familiari e servizi sanitari e sociali insufficienti. Il femminile è primo in classifica solo quando si parla di disoccupazione, povertà e atti di violenza e noi siamo stanche di questi primati”.

Le donne della CGIL di Siena hanno deciso di esporre nelle oltre 40 sedi del sindacato presenti sul territorio provinciale un manifesto in cui varie figure femminili sono collegate in videoconferenza con lo slogan “Ci sentite? Accendiamo il microfono!” per portare l’attenzione su tematiche che oggi assumono i contorni di urgenze: occupazione, diritti, rispetto dei corpi, libertà di scelta, pari opportunità, inclusione e rimozione delle disuguaglianze.

“Oggi più che mai – concludono le donne del sindacato – è necessario unire le forze e non escludere nessuno per uscire da questa crisi epocale. Un nuovo modello di sviluppo deve affermarsi a partire dalle linee programmatiche del Recovery Plan ed è ora di riprogettare il Paese a cominciare dall’abbattimento delle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e nel tessuto sociale. Per fare questo è necessario individuare progetti e investimenti, servono voci di bilancio specifiche e sostanziose, una vera e propria rivoluzione delle politiche di genere per far assumere loro un ruolo chiave e trasversale nel rilancio dell’Italia. Perché non esiste giustizia sociale senza la piena realizzazione della giustizia di genere”.

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