Da molte settimane tiene banco la questione dei tagli boschivi. Il Coordinamento per la Montagnola senese, nato sull’onda delle recenti mobilitazioni da parte di vari gruppi e associazioni, ha iniziato un percorso con le istituzioni per arginare la distruzione de boschi

Il Coordinamento per la Montagnola lancia un appello a tutti i proprietari dei boschi della zona e dell’intera provincia di Siena: “Gli agricoltori e le fattorie non sono solo proprietari di terreni, ma sono anche dei custodi di un bene fondamentale per la collettività. Il paesaggio, la biodiversità, le doline carsiche, le sorgenti e tutti gli elementi che costituiscono il territorio e ne danno la bellezza e il prestigio, sono in parte affidati alle vostre mani“.

“Il bosco ci fornisce innumerevoli servizi che non sono la sola legna da ardere ma che hanno maggiore valore, sia dal punto di vista economico che ecologico. -spiegano- Questi servizi comprendono la cattura della CO2, la produzione di ossigeno, la purificazione degli inquinanti atmosferici, la purificazione dell’acqua e il ricarico della falda acquifera, la prevenzione dell’erosione del suolo, la conservazione della biodiversità animale e vegetale e altri ancora”.

“Molte aziende del territorio hanno compreso tutto ciò e promuovono una gestione che preserva e valorizza tutto questo, ma non basta. Dobbiamo unirci in uno sforzo collettivo, lavorare insieme per rendere questa nostra bellissima terra, protetto e preservarla per chi verrà dopo di noi.

Il Coordinamento si sta adoperando per trovare soluzioni e collaborazioni con tutti i soggetti di un territorio. Oggi abbiamo a disposizione degli strumenti che ci permettono di modificare l’attuale sistema di taglio boschivo, salvaguardando la natura e, al contempo, trovando soluzioni anche per quei proprietari che ci credono e vogliono mettersi in gioco. Solo per citare degli esempi concreti esistono boschi gestiti con i criteri di sostenibilità FSC, che permettono di avere un riconoscimento di qualità e sostenibilità per il legname, tali criteri consentono di sviluppare mercati alternativi. Esiste inoltre il mercato dei crediti di carbonio, che già ha ottenuto ottimi risultati in diversi territori, anche in Toscana. Questi semplici esempi dimostrano che esistono altre modalità di gestione che possono costituire una valida alternativa fattiva.

D’altro canto il Coordinamento continuerà la sua opera di fattiva collaborazione con quelle amministrazioni comunali ‘’virtuose’ del territorio che sono consapevoli della necessità di implementazioni di regolamenti, controlli e buone pratiche in campo ambientale. Inoltre, proseguirà la sua opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di denuncia delle numerose irregolarità che ovunque emergono di giorno in giorno dalle operazioni dei Carabinieri Forestali. 

Gli attacchi e i ricatti che alcuni (fortunatamente un’esigua minoranza) proprietari terrieri hanno recentemente operato a mezzo stampa e social contro il Coordinamento e contro le istituzioni locali che hanno la sola colpa di averci dato udienza sono inammissibili. Tali operazioni mediatiche testimoniano una totale mancanza di comprensione del problema ed una volontà distruttiva di affrontare l’argomento con qualsiasi interlocutore. Il Coordinamento non si lascia intimidire da azioni grottesche, prive di supporto scientifico e diametralmente opposte al nostro modo di operare in trasparenza e mossi dalla sola passione per l’ambiente e i beni pubblici. Chi si pone in questo modo ambiguo e conflittuale invece, lo fa mosso evidentemente dall’unico scopo di difendere il proprio tornaconto economico, anche quando è in palese contrasto con le norme e con ogni etica ambientale.

Non possiamo e non potremo mai tollerare quei proprietari, anche pubblici, che tagliano il bosco in maniera industriale, senza prevedere la sua fertilita’ futura, senza prendere in considerazione che i boschi sono gia’ stressati dai cambiamenti climatici, affidandosi a ditte che distruggono la continuita’ del bosco, il sottobosco, il suolo, le strade, i sentieri, i terrazzamenti, i muretti, gli impluvi, i torrenti. Senza contare tutti gli animali che vivono in questo ecosistema e la cui esistenza è totalmente stravolta.

Ditte che in molti casi lasciano rifiuti nel bosco e portano via fino al 90% della biomassa in forma di cippato, che è poi trasportarto a centinaia di km di distanza per bruciarlo in centrali a biomasse per produrre falsa energia “verde”.

Il Coordinamento vuole ringraziare tutti i cittadini, le istituzioni, i proprietari boschivi che comprendendo il problema si sono uniti e si uniranno in questo percorso per la salvaguardia della Montagnola”.

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