Presente alla manifestazione a Firenze del 18 aprile, Italexit Siena si scaglia contro Conte e Draghi che a suo dire hanno ucciso il diritto al lavoro in favore degli interessi delle classi dominanti trans nazionali

La manifestazione di domenica 18 aprile a Firenze a visto la partecipazione anche di Italexit Siena, che ha fatto appello ai diritti fondamentali quali il lavoro, la libertà e la dignità – come evidenziato anche dallo striscione che la sezione senese ha esibito.

Proprio sul tema del lavoro è intervenuto il coordinatore senese di Italevit, Andrea Piazzesi, che ha sottolineato come non possa “sfuggire a chi si ponga con occhio critico di fronte alle vicende dell’attuale fase emergenziale, che dura da più di un anno e della quale non si vede una fine, tant’è che a molti essa appare il prodromo di una ‘nuova’ normalità alla quale dovremo forzatamente abituarci, quanto essa sia caratterizzata da un attacco, senza precedenti, ai ceti medi e alle classi lavoratrici”.

“Le categorie del mondo produttivo, in particolare artigiani, commercianti, piccoli imprenditori nei più svariati settori, sono fra quelle maggiormente colpite dai provvedimenti inumani e anticostituzionali messi in atto dall’attuale governo Draghi, in perfetta simbiosi con quanto già adottato dal suo predecessore Giuseppe Conte, autoproclamatosi nel 2018, avvocato del popolo, per poi diventare, a distanza di poco tempo, il difensore dei mercati – ha spiegato Piazzesi –. Ebbene, entrambi, a colpi di lockdown, assurde restrizioni e chiusure, tutte lesive dei fondamentali diritti riservati alle persone dalla nostra Carta, in primis quello al lavoro, hanno dimostrato una volta di più che le loro azioni non rispondono certo al popolo italiano, bensì ad altre agenzie”.

“Le loro azioni rispondono a sovrastrutture che si chiamano UE, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, tutte composte, fra l’altro, da funzionari che nessuno ha mai eletto democraticamente e che pochi conoscono, che hanno il compito palese di difendere gli interessi delle classi dominanti trans nazionali – ha proseguito nel proprio discorso il coordinatore di Italexit –. Per tale motivo, gli appartenenti a queste élite utilizzano i governi e i partiti come dei maggiordomi scodinzolanti sempre pronti a trasformare in fatti gli ordini che vengono loro assegnati. E questo sia per quanto riguarda la sinistra fucsia, liberista e globalista, ormai orfana, da molto tempo, di Marx e di Gramsci, sia per la destra fintamente sovranista ed ultraliberista. Il programma è quello di massacrare sempre più i ceti medi e le classi lavoratrici, lasciando poi che a spolpare i loro cadaveri intervengano i colossi egemonici e senz’anima della finanza, dell’e-commerce e delle multinazionali”.

“Dietro l’usuale narrazione medico scientifica, il lock down non cessa di operare come un’arma nelle mani dei poteri egemonici dimostrando che la lotta resta sempre la stessa: quella fra capitale e lavoro, anche se nascosta dietro la falsa battaglia, in verità inesistente, fra adoratori della scienza, disposti a morire di privazioni nel tentativo di salvarsi la vita, e negatori del virus – è andato avanti Piazzesi –. La verità è che, nel nuovo conflitto di classe, gestito dall’alto, nel nuovo regime liberale/sanitario, la lotta sta diventando sempre più fra chi sta perdendo tutto, compresa la dignità, e chi si vuole appropriarsi di tutto”.

Fra gli appartenenti alle categorie professionali che protestano e riempiono le piazze non ci sono untori né negazionisti, ci sono donne e uomini che vogliono essere rispettati come persone e come lavoratori – ha infine concluso il coordinatore senese –. Italiani ai quali è stato tolto il diritto al lavoro, e quindi di potersi mantenere, chiedendo, senza vergogna, che venga conservato il dovere di pagare le tasse. La loro è una battaglia sacrosanta, in quanto svolta in nome della Costituzione e dei suoi principi. Per questo motivo, la loro battaglia è anche la nostra: quella di Italexit con Paragone”.

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