Rifiuti nucleari in Valdorcia è polemica politica bipartisan. Ecco la mappa e le motivazioni della scelta
Ha suscitato un intenso dibattito politico che ha unito centrodestra e centrosinistra (altri interventi verranno pubblicati sul nostro sito anche nella giornata di oggi), la notizia del possibile stoccaggio di rifiuti nucleari fra Pienza e Trequanda dalla Sogin, società di smaltimento di questi rifiuti. In Toscana c’è anche Campagnatico in provincia di Grosseto. È quanto emerge dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi). Le regioni italiane individuate come aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale sono sette. Tra queste ci sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Per ogni territorio sono stati individuati i relativi comuni per un totale di 67 siti.
L’opposizione
Siena si oppone con tutte le sue forze a questo tipo di stoccaggio. Associazioni di categoria, istituzioni, partiti politici, movimenti e semplici cittadini si sono “sollevati” in poche ore nella giornata di ieri con dichiarazioni, note ufficiali e comunicati di netta opposizione a questa scelta. “La Valdorcia non si tocca” tuonano da Siena e provincia.
Il progetto
Secondo quanto si legge nella documentazione pubblicata, il deposito interesserà un’area “di circa 150 ettari con 110 ettari di deposito e 40 di Parco e avrà una struttura a matrioska”; all’interno ci saranno “90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, nelle quali verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati”. In totale saranno “circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività” a essere ospitati.
La Sogin (qui il sito ufficiale) è la società pubblica “responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi”. Ieri ha pubblicato “come previsto dal Decreto legislativo n. 31 del 2010, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) a ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, insieme al progetto preliminare e tutti i documenti correlati. L’avvenuta pubblicazione, di cui è stato dato avviso su cinque quotidiani nazionali, ha avviato il periodo di consultazione pubblica, come previsto dal D.lgs. 31/2010″.
Sul sito Deposito Nazionale sono contenuti tutti i documenti e le motivazioni sul perché siano stati individuati questi luoghi, fra i quali anche quello nel senese. E’ possibile anche visualizzare la mappa dei siti individuati. Qui il link. E’ stata pubblicata anche una carta navigabile.
Secondo la relazione tecnica (scaricabile qui), “nell’area in esame non ricade nessuna area naturale protetta e sito Natura 2000, né aree istituite con atti regionali. Le aree naturali protette più vicine all’area sono la Riserva naturale di Lucciolabella posta a circa 9,5 km e l’ANPIL Val D’Orcia al confine occidentale. I siti di Natura 2000 più prossimi all’area sono i seguenti “Crete dell’Orcia e del Formone” a circa 8,3 km, “Lucciolabella” a circa 9 km, “Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano” a circa 6,5 km, “Ripa d’Orcia” a circa 9,9 km”. E ancora “Sono da escludere le aree che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati. Le località abitate (centri e nuclei abitati ISTAT) più prossime all’area sono le seguenti: Pienza a circa 2,8 km, San Quirico d’Orcia a circa 6,5 km, Castelmuzio a circa 1,8 km 4, Petroio a circa 2,2 km, Montefollonico a circa 5 km”.
Sul sito della Sogin Deposito nazionale è possibile trovare anche un video “esplicativo” sui criteri di localizzazione dei siti per il deposito dei rifiuti.
Cosa accade adesso
Diffusa la carta ora ci sarà una consultazione pubblica e partirà l’iter sino alle manifestazioni di interesse. Nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione (del 5 gennaio) parte infatti la consultazione pubblica con Regioni ed enti locali che faranno le loro osservazioni a Sogin. Servirà il consenso della comunità per poter poi proseguire e, una volta trovato l’accordo, saranno necessari almeno 4 anni per costruire il deposito e parco.
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