Il nuovo decreto Speranza del 16 agosto ha riportato vecchie restrizioni per le strade e nei locali, ma si palesa il bisogno di farle rispettare

L’entrata in vigore del decreto Speranza del 16 di agosto ha imposto l’obbligo di proteggere le vie respiratorie dalle 18 alle 6 del mattino, sull’intero territorio nazionale, negli spazi di pertinenza dei locali aperti al pubblico nonchè degli spazi pubblici come piazze, slarghi e vie, dove sia più probabile il formarsi di assembramenti di natura anche spontanea e/o occasionale.

All’alba del giorno dopo la messa in pratica di tale decreto ciò che si riscontra nel parere di esercenti e semplici cittadini è la sostanziale mancanza di cambiamento nell’atteggiamento comune.

Noi e i camerieri abbiamo sempre indossato le mascherine e rispettato le distanze di sicurezza fra i tavoli all’aperto – ha commentato Riccardo Baiano, proprietario de Il Cavallino Bianco – ma le persone che transitano nelle vie principali, compresa quella dove ci troviamo, molto spesso non indossano la mascherina nonostante non possa essere mantenuta la distanza, e ci sono più persone nelle ore diurne che non alla sera”.

Un pensiero condiviso da molti dei proprietari presenti nel centro storico, fra cui anche Stefania Semplici in Jannaccone, proprietaria del bar Il Palio “Capiamo la necessità di prendere provvedimenti a livello nazionale, ma in città d’arte come Siena ci sono molte più persone in giro durante il giorno che non alla sera, eccetto in strutture particolari”.

Un punto di rilievo riscontrato dai vari lavoratori, non solo ristoratori ma anche proprietari di tabaccherie o attività commerciali del centro storico, è il bisogno di un controllo costante per le strade e nei locali stessi.

La presenza di normative è accettata e sostenuta da chi si trova a contatto con il pubblico ogni giorno, specie per la quantità di turisti che nelle ultime settimane si sono recati in città, ma si percepisce la richiesta che questi nuovi decreti non vengano solo rispettati dalla popolazione ma supervisionati.

“La chiusura di discoteche e locali assimilati è un primo step – commenta Francesco Macinai, proprietario de Il Bargellose dovessero di nuovo aumentare i contagi potremmo subire anche noi, se non la chiusura, alcune restrizioni importanti”.

Una paura comune che ha di nuovo puntato l’attenzione sulla possibilità che una seconda ondata di contagi non solo sia possibile ma risulti dannosa per l’intero tessuto sociale. L’ombra di tornare a lavorare con orari dilazionati, con una riduzione del personale o, addirittura, di dover abbassare nuovamente le saracinesche ha iniziato a palesarsi sotto gli occhi di chi, ancora adesso, non ha ritrovato la stabilità.

Le interviste a Riccardo Baiano, Francesco Macinai e Stefania Semplici

Francesca Bonelli Grisostomi
Scrivere sempre, scrivere nonostante, scrivere e basta. ᴄ̴ᴏ̴ɢ̴ɪ̴ᴛ̴ᴏ̴ sᴄʀɪʙᴏ ᴇʀɢᴏ sᴜᴍ

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui