Rappuoli sul farmaco derivate da anticorpi monoclonali: “Accordo per la distribuzione con il ministero, i costi saranno bassi”

Gli anticorpi monoclonali, arma in più contro il covid, potrebbero essere disponibili da marzo. E la distribuzione sarà affidata al sistema sanitario nazionale. “Stiamo facendo un accordo con il commissario Domenico Arcuri per la distribuzione, una volta pronto, dell’anticorpo monoclonale che stiamo sperimentando. Non sarà quindi l’azienda a distribuirlo, ma il sistema del ministero della Salute che deciderà come farlo”, ha annunciato, intervenendo al seminario in tema di pandemia promosso dall’Unione europea, Rino Rappuoli, ‘padre’ di tanti vaccini fra cui quello contro il meningococco B, chief scientist di Gsk Vaccines a Siena, coordinatore del Monoclonal Antibody Discovery (Mad) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences, impegnato nello sviluppo del super anticorpo contro Sars-Cov-2.

Rappuoli, ricordando che negli Usa altre aziende sono avanti nella sperimentazione degli anticorpi monoclonali, ha annunciato “che dopo le prove cliniche, pensiamo di essere pronti a marzo, per avere questi anticorpi per l’uso emergenziale”. Per quanto riguarda i coti, secondo Rappuoli “le dosi saranno in milligrammi, quindi avranno un costo accessibile, pensiamo che il farmaco funzioni con 100 milligrammi a dose”.

Fino ad ora “le cose procedono bene. Sono orgoglioso – ha aggiunto – perché stiamo facendo un lavoro a livello internazionale. Credo che abbiamo l’anticorpo più potente in sperimentazione clinica in questo momento. E credo che in Europa saremo gli unici ad andare in sperimentazione clinica nei prossimi mesi”.

Rappuoli si dice soddisfatto anche per il fatto che si tratta di un progetto che viene fatto interamente in Italia: “Penso che riusciremo ad avere un prodotto che può sia prevenire sia curare l’infezione. E, inoltre, che arriverà prima di qualunque altro farmaco contro l’infezione, perché per sviluppare i farmaci ci vuole molto. Altre molecole arriveranno probabilmente tra un anno o due. Siamo abbastanza contenti, dunque, di essere tra quelli che sono all’avanguardia nello sviluppare il primo farmaco”.

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