Sì alla dose booster a 4 mesi dopo la guarigione dal Covid con Pfizer o Moderna
È ancora record di contagi Covid in Italia, con picchi di positivi in Toscana. Code fuori dalle farmacie e ai drive-through continuano a caratterizzare la provincia senese, che ieri ha registrato 640 nuovi casi.
In una situazione che vede la gran parte delle persone positive al Coronavirus e in vista della possibilità di effettuare la dose booster a 4 mesi (120 giorni) dalla conclusione del primo ciclo vaccinale, è lecito domandarsi se e dopo quanto tempo sarà possibile sottoporsi all’iniezione del siero anti Covid.
Secondo quanto riportato sulla circolare firmata lo scorso 24 dicembre da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero, Nicola Magrini (Aifa), Silvio Brusaferro (Iss) e Franco Locatelli (Css), anche coloro che hanno superato l’infezione potranno ricevere la dose di richiamo con Pfizer o Moderna dopo 4 mesi e secondo le dosi autorizzate dai medici di medicina generale o dai medici vaccinatori.
Diverso è per chi sospetta di essere entrato in contatto con un positivo o di essere infetto. Da diversi giorni, a causa dell’affaticamento del sistema sanitario e delle attività di tracciamento e di testing, è stato sconsigliato sottoporsi al tampone se non per stretta necessità.
Nonostante non ci siano raccomandazioni da parte del Ministero della Salute sulla scelta di effettuare un tampone “di controllo”, è sconsigliato il ricorso a test sierologici. Questi infatti evidenzieranno solamente se il soggetto è entrato in contatto con il virus e non se quest’ultimo è presente nell’organismo. Contrario a questa pratica si è dichiarato anche Massimo Andreoni, primario di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata, che negli scorsi giorni nelle pagine de Il Messaggero, ha confermato che coloro che si sottopongono al vaccino durante la positività non corrono nessun rischio se non quello di alzare il livello di protezione dal Covid.