Covid e lockdown: il consumo di alcolici aumenta

La pandemia da Covid-19 ha cambiato molto le abitudini e la quotidianità di quasi tutte le persone. Le restrizioni imposte per limitare la diffusione del contagio hanno portato a una drastica diminuzione dei momenti di socialità, della possibilità di frequentare bar e pub, di fare happy hour e di andare in discoteca. Un contesto che in teoria avrebbe dovuto vedere anche la diminuzione del consumo di alcolici, soprattutto tra i più giovani. Invece sembra essersi verificata la situazione opposta. Dai risultati di una ricerca pubblicata su Jama Network Open (rivista medica mensile dell’American Medical Association) emerge che il consumo di alcol è aumentato molto durante la pandemia. Lo studio si riferisce agli Usa, ma anche in Italia ci sono segnali di questa tendenza.

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I motivi che portano a un maggior consumo di alcol in diverse fasce d’età possono essere molti e diversi tra loro. La ricerca non entra nel merito delle cause, ma è possibile che sia legato a stress, depressione o più semplicemente al cambiamento del proprio stile di vita. Lavorando da casa, infatti, è possibile che alcune persone abbiano aggiunto qualche bicchiere di vino ai loro pasti, che invece solitamente venivano consumati fuori o in ufficio in abbinamento ad acqua o bevande analcoliche. Niente di particolare, ma chi era già predisposto al consumo eccessivo di alcol può aver avuto qualche problema.

La situazione in provincia di Siena

Nonostante i dati rilevati dalla rivista medica americana, non si può parlare di una vera e propria situazione allarmante, almeno sul territorio senese. Il dottor Thierry Starnini, del SerD (Servizio per le Dipendenze) di Siena sostiene che “c’è stato effettivamente un aumento delle persone che si sono rivolte al SerD. Si tratta di un 20% in più rispetto allo scorso anno”. Il medico rassicura: “Siena è una città tranquilla, con attività sociali tranquille”.

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L’aumento delle persone che si rivolgono al SerD è dovuto, secondo il medico del Sert “al dover rimanere a casa: in questo caso spesso aumenta non solo il consumo di alcolici, ma anche il gioco al computer e al cellulare”. Tuttavia l’aumento del gioco online sembra prescindere dalla pandemia. “Sono sempre di più i giovani” racconta il dottor Starnini “che intraprendono il gioco online, talvolta senza riconoscere i limiti. Questo al di là del lockdown”. Non c’è però un target specifico identificabile in questa tendenza in aumento. Non si tratta solo di giovani e non ci sono profili definiti.

“I dati che abbiamo” spiega il dottor Starnini “si riferiscono alle prime iscrizioni al SerD o ai ritorni, ma non si possono delineare tendenze certe al momento. Molte persone si ripresentano anche molti anni dopo aver superato le loro dipendenze: sono ricadute che spiegano che in queste persone la debolezza rispetto all’alcool dura tutta la vita”.

Consumi di alcolici aumenta non solo tra i giovani

Mancando i momenti di socialità, soprattutto tra i giovani, eppure, dovrebbero calare anche i consumi di alcol. “I giovani” spiega il dottor Starnini “bevono principalmente il sabato e la domenica e durante le feste. Bevono in grandi quantità, per disinibirsi, ma a volte finiscono al pronto soccorso per incidenti stradali o in coma con un tasso alcolemico molto alto. Questa tendenza non viene considerata come una dipendenza, perché in casa durante la settimana possono fare a meno di bere alcolici. Eppure è una dipendenza, ma quasi unicamente di tipo culturale: se non si beve non ci si sente in tema con la festa, in sintonia con gli altri, non si riesce ad essere disinibiti come si vorrebbe”.

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Inoltre l’alcol è, come la definisce il dottor Starnini “la droga di Stato, nel senso che è molto più protetta e più facilmente reperibile rispetto ad altre sostanze. Anche i minori possono trovarla facilmente”.

Quando rivolgersi al SerD

Riconoscere di avere un problema di dipendenza non è semplice. “Succede molto raramente” racconta il dottor Starnini “che chi ha problemi si presenti spontaneamente al SerD. Il problema di solito viene segnalato da coloro che sono vicini alla persona con problemi, sia in ambito familiare che in ambito lavorativo. Molti vengono letteralmente trascinati da noi, vivono questa situazione come una vergogna, si tratta proprio di uno stato di dipendenza fisica e/o culturale che sia, ma quando smettono di bere ci riferiscono che è una liberazione ed una rinascita per loro. La frequentazione dei gruppi di sostegno è veramente un grande aiuto, e supera qualsiasi tipo di altra cura:  gruppi e SerD insieme sono la carta vincente”.

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L’unico modo per superare il problema, infatti, è smettere di bere. “Non basta ridurre la quantità” dice il dottor Starnini “è necessario smettere completamente di bere, perché la debolezza rispetto all’alcool rimane tutta la vita”.

Consumo di alcolici, come educare i giovani

Il tema del consumo eccessivo di alcolici è sempre più importante nella società, soprattutto per i giovani, che spesso sfidano i propri limiti con diversi tipi di sostanze. Il consumo di alcol alle feste e nel week-end, anche se non rappresenta una vera dipendenza fisica, è ugualmente pericoloso. “E’ importante parlare di questo problema” spiega il dottor Starnini “senza considerare l’alcol diverso da qualsiasi altra sostanza che porta a problemi e a dipendenza. La cultura ampiamente radicata tra i giovani del ‘Non si può non bere a una festa sennò non ci si diverte’ è sbagliata, l’alcol non deve essere considerato come un amico. Se ne dovrebbe parlare di più a scuola e negli ambienti di socializzazione dei giovani, anche nelle contrade, le quali hanno dimostrato di avere un buon controllo della situazione nei ragazzi”.

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