Il sindaco di Chiusi Juri Bettollini consegna la proposta alla Regione e al Governo

Si chiama “vaccino verticale”. E’ la proposta che il sindaco di Chiusi Juri Bettollini ha consegnato a Regione e Governo (in particolare al Cts), così come annunciato nei giorni scorsi, anche a seguito dei contagi avvenuti nella cittadina che hanno determinato la zona rossa per una settimana.

Una sorta di “vaccinazione per territori” e non per categorie. Questa la proposta di Bettollini.

Il testo della proposta, come riporta Prima Pagina Chiusi (qui il link) è il seguente.

Il contesto: La forte accelerazione della pandemia si caratterizza con l’irrompere nel quadro generale delle varianti ovvero mutazioni; di fatto mentre ancora non si è esaurita la spinta del virus primigenio Sars Covid-19 siamo sotto attacco delle varianti inglese, brasiliana e sud-africana ed è ragionevole pensare che se ne possano aggiungere altre a breve come previsto dai criteri di selezione competitiva darwiniana. Le varianti inevitabilmente prevalgono per facilità e rapidità di contagio e purtroppo per quanto riguarda la variante inglese anche per peggioramento della letalità1 mettendo in sofferenza gli strumenti di tracciamento e la logistica a disposizione sia per il contenimento epidemiologico che per la risposta terapeutica territoriale (medici di base) e ospedaliera (ricoveri, ricoveri sub intensivi e intensivi). Siamo di fronte ad un quadro fortemente impegnativo dove le mutazioni del virus ci costringono a constatare che ormai siamo di fronte a 4 pandemie a diversi livelli di maturazione.

Il piano vaccinale è stato progettato con un forte razionale di triage caratterizzato dalla priorità per categorie sensibili (medici, soggetti fragili, classi di età, categorie lavorative: forze dell’ordine, insegnanti etc. etc.) che salvaguarda i diritti fondamentali alla salute di tutti e si sposa con le esigenze di un triage che deve al tempo stesso garantire il funzionamento dello Stato e della comunità in toto. E’ un modello “orizzontale” ovvero i vaccini al netto del triage vengono spalmati in maniera “orizzontale” su tutta la popolazione. Questo significa che con il progredire della percentuale della popolazione vaccinata ( il 5% e poi il 10% e così via)  il resto della popolazione (il 90% e poi l’85% ) rimane comunque sotto attacco pandemico fino al raggiungimento dell’immunità di gregge. Il risultato è che tutti i territori subiscono la crisi sanitaria, economica (chiusure e riaperture da “cambiamento di colore”, stop and go). Ad un anno dallo scoppio della pandemia lo stress a cui siamo sottoposti supera i confini sanitari e si trasforma in uno stress che mina i fondamenti della società a livello economico sociale e psicologico. Occorre evitare nella maniera più assoluta il rischio che la pandemia si trasformi in un “pandemonio” minando la coesione sociale, la fiducia nelle istituzioni con l’irrompere di scenari tragici imprevedibili e non più contenibili.

Per questo è opportuno sperimentare con degli area test inizialmente limitati, proprio a causa dell’oggettiva carenza di vaccini, la somministrazione dei vaccini in maniera verticale: Il “vaccino verticale” che Consiste nell’immediata copertura di un campione di popolazione circoscritto (comune, aree colpite da focolai e quindi pericolose per le zone confinanti e a più alto rischio di incidenza e letalità), a seguito di un tracciamento di massa e non a campione.

Il tracciamento di massa permette di fotografare la realtà, separare i positivi dai negativi. I positivi seguono il normale iter di prevenzione con lo strumento delle quarantene del cluster. I negativi vengono vaccinati per creare un’area covid free. Una zona bianca permanente. Un’area deviralizzata.

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