La pandemia da Covid-19 sta innescando alcuni disagi psicologici riscontrabili sia nelle persone che vivono questa situazione in prima persona, ma anche in coloro che si sentono più insicuri e preoccupati. La Help line messa a disposizione dall’Asl Toscana sud est per le province di Siena, Arezzo e Grosseto mira proprio a fornire un sostegno psicologico a distanza. Un servizio completamente gratuito che era già stato inaugurato durante la fase di lockdown e che adesso è stato riattivato principalmente per le persone che si trovano in isolamento domiciliare (positivi o contatti di positivi).

Richiedere assistenza psicologica: help line o e-mail dedicate

Al servizio si accede chiamando il numero verde 800 33 69 88, attivo dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13. Risponde un centralino che smista le chiamate e mette l’utente in contatto diretto con uno psicologo della propria provincia. In alternativa si può inviare un’e-mail all’indirizzo supportopsycovidsi@uslsudest.toscana.it per la provincia di Siena, indicando nome, cognome e recapito telefonico, per essere poi contattati da uno psicologo sul territorio. Per la provincia di Grosseto l’indirizzo e-mail di riferimento è supportopsyccovidgr@uslsudes.toscana.it e per la provincia di Arezzo è supportopsycovidar@uslsudest.toscana.it.

“Il centralino” spiega la dottoressa Giuliana Galli, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Sud Est “provvede a smistare le chiamate in base alle province di residenza degli utenti. La nostra azienda, infatti, comprende tre province con realtà territoriali capillari”. Fin dal primo contatto con l’utente, lo psicologo incaricato della chiamate cerca di fornire un aiuto immediato. Tuttavia, come spiega la dottoressa Galli “è possibile proseguire il percorso di assistenza psicologica anche in futuro e in modo gratuito”.

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Help line nata a supporto degli operatori sanitari

La Help line di assistenza psicologica della Asl Toscana sud est è nato nel mese di marzo, in pieno lockdown. “L’idea” spiega la dottoressa Galli “è nata da un team di psicologi della nostra azienda che hanno una formazione specifica per le maxi emergenze. Si avvertiva l’esigenza di far fronte a un disagio psichico legato al lockdown”. La help line è stata pensata inizialmente per sostenere gli operatori sanitari. “Gli operatori sanitari sono da sempre in prima linea in questa pandemia e, specialmente all’inizio, non erano rari i momenti di disorientamento”. Successivamente il servizio è stato ampliato anche alla popolazione generale, riscontrando una buona risposta.

Il servizio è sostenuto dal lavoro sincrono di oltre sessanta psicologi, “quasi tutti quelli che lavorano nella nostra azienda”, ha specificato la dottoressa Galli. Mentre il servizio di e-mail dedicate è stato mantenuto attivo anche durante l’estate, la help line è stata riattivata in questi giorni, rivolta principalmente alle persone che si trovano in isolamento domiciliare. “L’iniziativa” racconta la dottoressa Galli “nasce dalla volontà di stare vicino alle persone che, in una situazione così umanamente difficile come l’isolamento, possono sentire la necessità di un sostegno emotivo, per dare ascolto alle fragilità di ognuno, per affrontare insieme dubbi e paure ma anche per prevenire le possibili reazioni post-traumatiche da stress”.

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Le richieste, tuttavia, non arrivano solo dalle persone in isolamento domiciliare, ma anche da chi ha bisogno semplicemente di parlare con qualcuno. L’isolamento spesso non è solo quello domiciliare legato all’emergenza sanitaria, ma anche territoriale. Ci sono, infatti, alcune zone all’interno della provincia che sono lontane dai centri abitati. “Molte persone si trovano isolate sul proprio territorio” spiega la dottoressa Galli “e tra di esse si sviluppano spesso sentimenti di solitudine e incertezza”.

Prevenire i disturbi post traumatici da stress

I sentimenti legati alla pandemia che emergono dagli utenti dell’help line sono incertezza, confusione, rabbia e impotenza. “Sintomatologicamente” afferma la dottoressa Galli “si riscontrano attacchi di panico, ansia, disturbi del sonno e nei più giovani anche disturbi alimentari”. “Il nostro obiettivo” aggiunge Galli “è fornire degli strumenti da parte di professionisti esperti che, attraverso un ascolto empatico del disagio correlato alla situazione di isolamento e più in generale di emergenza, possano facilitare l’attivazione di un processo di elaborazione dell’evento traumatico e l’acquisizione di competenze emotive e cognitive utili ad affrontare anche il post-emergenza”.

I disagi psicologici legati alla pandemia, infatti, continueranno probabilmente a farsi sentire anche quando la situazione sanitaria inizierà a migliorare. “Già durante la fase due, nel periodo estivo” spiega la dottoressa Galli “abbiamo visto alcune reazioni e ci aspettiamo anche in futuro altre ondate di disturbi psichici”. Non è detto, però, che si debba ricorrere alla help line. “Ci saranno anche altri strumenti per assistere chi avrà bisogno di supporto psicologico” chiarisce la dottoressa Galli “mezzi più diretti e ugualmente efficaci”.

Questa pandemia lascerà sicuramente un segno in tutta la popolazione, anche se gli effetti non sono generalizzabili. “Sugli anziani” racconta la dottoressa Galli “abbiamo riscontrato prevalentemente effetti depressivi, mentre i giovani hanno mostrato effetti diversi, tra cui disturbi di ansia e attacchi di panico”.

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