Il tragico racconto di una lettrice: “Ore di attesa al telefono e disagi per effettuare i tamponi”
Prosegue lo sconfortante racconto del caos in cui versa la sanità e l’amministrazione nel nostro territorio. Questa volta a contattarci è una lettrice che dichiara di essersi ritrovata, purtroppo, nel racconto di una coppia ostaggio della burocrazia dal 23 dicembre e priva di alcun supporto istituzionale.
“Abbiamo iniziato con la positività di mio figlio il 25 dicembre e poi nel giro di un giorno ci siamo resi conto di essere stati tutti contagiati (famiglia comprendente adolescenti e ultranovantenni), per fortuna con sintomi non gravi – racconta -. Naturalmente il medico di base non era disponibile ed abbiamo quindi provato a contattare la guardia medica. Dalle 11 del mattino è stato possibile raggiungerla solo alle 15 del pomeriggio trascorrendo l’intera mattinata e provare ad oltranza a chiamare il numero che risultava sempre occupato o staccato”.
Dopo ore al telefono fortunatamente riescono a prenotare un tampone molecolare di controllo a seguito di uno rapido, non trovando però disponibilità per tutta la famiglia. Cominciano in quel momento i problemi, “è stato quasi impossibile prendere appuntamento direttamente sul sito regionale perché sempre al completo”.
“Una volta arrivati al punto tamponi – racconta -, dopo aver fatto una fila incredibile abbiamo tristemente scoperto che mancavano (misteriosamente) le etichette per due componenti della famiglia”, un problema che ha riportato i malcapitati nel caos dei disservizi da parte della Asl: “Non siamo riusciti a riavere un appuntamento per queste due persone. Abbiamo passato giornate al telefono con ore di attesa tentando di spiegare la situazione per velocizzare la pratica, soprattutto per la persona anziana rimasta esclusa”.
“A quattro giorni dal tampone non è ancora arrivato il risultato – prosegue arrabbiata – e questo potrebbe precludere un trattamento con gli anticorpi monoclonali che devono essere prontamente somministrati entro 72 ore dalla diagnosi”. Come se non bastasse, “dopo nove giorni, solo stamani siamo stati contattati per uno dei componenti della famiglia da parte del sistema di tracciamento…. Per quanto riguarda l’Usca non pervenuta…. Medico di famiglia idem perché una volta comunicatogli le positività ci ha rimbalzato all’Unità speciali di continuità assistenziale”.
Dunque, una situazione che evidenza la necessità di un rinforzo sanitario e amministrativo che più volte è stato annunciato ma mai messo in pratica, per riuscire ad assistere tutti gli ammalati di Covid che necessitano di supporto e cure adeguate.