Ipotesi (poche) per la serie C, niente per le giovanili

Metà dicembre 2020 e ancora nessuno ha fornito indicazioni riguardo a come\quando le squadre di categorie inferiori, dove militano le senesi, potranno riprendere gli allenamenti. Ci sono ipotesi per la serie C, ma si naviga ancora a vista.

Il problema è più esteso di quel che si pensi. Non solo perché intorno all’ambiente cestistico gravita una vera e propria aurea di passione sconfinata, che ahimè per forza di cose va messa da parte in un periodo così, ma anche perché le società danno da sempre lavoro a molte persone.

Analizzando meglio il discorso possiamo dire che da quando esiste lo sport, professionistico e non, le società sportive assicurano se anche con poche risorse, degli stipendi a persone che spesso e volentieri sono lì esclusivamente per passione ma non possono fare a meno di quell’entrata economica.

E le giovanili? Si esatto, anche i giovani lasciati allo sbaraglio totale. Lo sport dovrebbe essere parte fondamentale della crescita di un ragazzo e di conseguenza andrebbe tutelato; forse non come la scuola ma ci siamo molto vicini. Infatti “nello” sport un adolescente può e deve imparare tante cose, sia dal punto disciplinare che da quello motivazionale. Per esempio può imparare che anche nelle sconfitte bisogna trovare il modo di rialzarsi e reagire. Imparare il rispetto per l’allenatore e la solidarietà nei confronti dei compagni. Per non parlare dei rapporti emotivi che si creano nello spogliatoio.

Le amicizie create nelle squadre spesso si protraggono per anni e anni. Addirittura molto spesso un gruppo di ragazzi si ritrova a giocare insieme dai 7 ai 20 anni essendo pari età. Purtroppo però sembra che tutto questo non interessi a chi si occupa dello sport nel nostro paese. Ovviamente nessuno, credo, pretende di ritornare subito all’istante a giocare in 20 in un quarto di campo; ma almeno un’indicazione su cosa poter fare sarebbe molto gradita. Non solo per tutto quello detto fino ad ora, non solo per salvaguardare le società sportive e chi ci lavora, ma anche per evitare che lo sport diventi solo ed esclusivamente un gioco, quando in realtà sappiamo tutti che è qualcosa in più.

Matteo Cappelli
21 nato a Siena, studente di Scienze della comunicazione, grande appassionato di Basket e innamorato della mia città.

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