Terminata la kermesse nella cittadina termale

Prima è stata la volta dell’oro olimpico Gregorio Paltrinieri, poi della coppia di tuffatori pluridecorati Cagnotto – Di Base, ora dei pallanuotisti che indossarono la medaglia più ambita a Barcellona 1992. La connessione tra Chianciano Terme e le Olimpiadi, in questi ultimi giorni di novembre, è stata piuttosto salda ed è stata resa possibile grazie al 1° Convegno Allenatori FIN (Federazione Italiana Nuoti, ndr). Le personalità sportive hanno avuto modo di farsi conoscere da una platea di giovani addetti ai lavori, navigati e non, ospiti priveligati o semlici spettatori di una delle conferenze di settore più importanti.

Insieme all’allenatore dell’attuale Settebello, Alessandro Campagna (“fuggito” anzitempo per onerosi impegni), erano presenti anche altri sportivi d’eccezione. Uno di questi era Alessandro Bovo, tecnico del Brescia iridato ai giochi olimpici spagnoli sopracitati. “A livello internazionale – ha commentato, riguardo alla disciplina – il Settebello ha una grande importanza ed è una delle squadre nazionali che ha vinto di più in assoluto. È uno sport che è nelle Olimpiadi dal 1896 ed è lo sport di squadra che vanta più partecipazioni alla rassegna”. Riguardo alla posizione di nicchia ricoperta dalla pallanuoto, Bovo ammette che “l’Italia ha una cultura fortemente calcistica: basta vedere che ci sono molte realtà, come la pallavolo, che pur avendo vinto i Mondiali non ha quasi avuto spazio nel principale giornale di sport, e questo è un problema che riguarda tutti. In questo contesto, avere degli impianti dedicati sicuramente aiuterebbe”

Presente anche il vice del coach azzurro Campagna, Amedeo Pomilio: “La Nazionale è forte. Lo ha dimostrato e ha dimostrato di essere temibilissima, ma deve fare ancora degli step importanti per poter arrivare a livello di squadre come la Spagna che in questo momento ha un gioco un po’ più collaudato o come la Croazia, l’Ungheria, la Serbia. Penso – ha detto – che lavorando sodo e nella maniera giusta ce la possiamo giocare con tutti”. L’occasione chiancianese, però, è servita soprattutto per spiegare un mestiere, quello dell’allenatore, complicato e in continua evoluzione: “Devi trasmettere con la tua comunicazione quello che hai dentro. Penso che questo sia il nostro compito: per noi è una gioia perché la pallanuoto è la nostra passione ed è importantissimo trasmettere come primo elemento questa cosa ai tecnici giovani, ai giocatori giovani e anche a quelli anziani”.

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