“Scuola abbandonata a se stessa”: il grido di protesta di tanti precari che da anni aspettano un concorso abilitante e continuano a chiedere più certezze sul proprio lavoro e sul futuro

Mentre la scuola lavora per riaprire in sicurezza, tanti docenti precari e giovani che per la prima volta si affacciano al mondo dell’insegnamento non sanno ancora come sarà il loro futuro lavorativo per il prossimo anno scolastico. Dopo la manifestazione di qualche giorno fa a Firenze, gli insegnanti tornano a farsi sentire con una nota di protesta per mettere ancora più in luce la loro incerta e difficile situazione.

In tempo di Covid-19 nella scuola ci sarebbe bisogno di stabilità, esperienza e l’organico docenti e Ata necessario da subito, dal primo settembre. La ministra si inventa invece concorsi farraginosi e dai tempi lunghi ed incerti, rivede le graduatorie in modo ingiusto e bislacco aprendo la strada a decine di migliaia di ricorsi, andando ad ingrassare quella perversione tutta italiana di alcuni pseudo sindacati che hanno come unico scopo quello di vendere ricorsi che poi si risolvono in nulla.”

Il grido d’allarme era già stato lanciato qualche giorno fa da Giacomo Vigni, professore di psicologia all’istituto Caselli di Siena, intervistato proprio a proposito delle nuove modalità previste dal concorso straordinario per docenti.

“Noi precari abbiamo famiglia da mantenere, figli e mutui, abbiamo sempre fatto il nostro dovere con la passione di chi sa di avere un compito importantissimo: dover formare l’Italia del futuro.” continua la nota dei docenti precari. “Dal 2014 ad oggi però non abbiamo mai ottenuto un percorso abilitante o un concorso che riconoscesse l’esperienza maturata, ricordiamolo, svolgendo esattamente gli stessi compiti degli insegnanti di ruolo.

Adesso finalmente doveva esserci un concorso straordinario per chi ha già maturato questa professionalità ed ha diritto, in base a sentenze europee, ad un contratto stabile. Ci ritroviamo davanti invece un concorso che è per molti aspetti addirittura più complesso dell’ordinario e che non viene incontro né ai nostri diritti acquisti né alla necessità dettata dallo stato di urgenza, che a questo punto verrà sicuramente prorogato, della pandemia.

Siamo passati infatti da un concorso a crocette, che sarebbe stato un po’ una lotteria, che aveva perlomeno il pregio di potere essere svolto in tempi rapidi, a prove a risposta aperta che necessitano quindi di nominare commissioni, cosa impossibile in estate e che anche in situazione normale richiede sempre mesi e mesi. In più viene richiesta a tutti una competenza in inglese a livello B2, mai successo in un concorso.

Per la maggioranza ormai la Ministra è intoccabile e il tema della scuola è abbandonato a se stesso scaricando le responsabilità ministeriali e governative della riapertura a settembre su regioni, comuni e dirigenti scolastici lasciando docenti precari, famiglie e studenti nell’incertezza più totale dato che quest’anno ci saranno fra 180 e 200mila supplenze con docenti precari, più del 20% del totale dei docenti.

Si parla tanto di efficienza della pubblica amministrazione rispetto al privato: ma in quale azienda seria in un qualsiasi settore strategico il 20% della propria forza lavoro principale è costituita da precari che si sposta di sede in sede ogni 12 mesi?

Le forze politiche di questo Paese si dimostrano ancora una volta non all’altezza delle aspettative: da una parte la maggioranza attuale ha chiaramente deciso che la scuola è un vespaio che si affronta prendendolo a bastonate, dall’altra le destre fanno finta di non aver governato questo paese per anni e guardano alla scuola solo come una risorsa da sfruttare.  Vengono fatti tagli continui e non si realizzano mai soluzioni concrete e rapide per eliminare il problema strutturale del precariato.

Per questo noi docenti precari continueremo a mobilitarci e manifestare per i nostri diritti e per il nostro lavoro, parteciperemo e sosterremo anche tutte le iniziative che le reti di genitori e studenti stanno organizzando per una riapertura della scuola a settembre in sicurezza e con una didattica vera e ben organizzata… che senza di noi è impossibile“.

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