Il presidente provinciale Nannizzi: “L’esperienza cashback insegna: è altro quello che serve”

“Comoda aggiungere sanzioni, ma non è la soluzione del problema. Sulle commissioni sono sparite le buone intenzioni”. Così Leonardo Nannizzi, presidente provinciale di Confesercenti Siena commenta l’emendamento al Dl Recovery che introduce una sanzione di 30 euro più il 4% del valore della transazione per chi non accetta pagamenti in moneta elettronica.

“L’istinto di farsi grandi nei confronti dei piccoli è duro a morire – aggiunge – la stessa sanzione di 30 euro applicata ad un acquisto di 1 euro, o ad uno di 500, ha un peso evidentemente ben diverso: è così difficile rendersene conto? C’è equità nell’applicare a un caffè e a un bene di lusso la stessa misura? E’ così intoccabile l’argomento di un taglio delle commissioni bancarie sui piccoli pagamenti? Eppure più di un Governo, negli anni recenti, aveva promesso un taglio delle commissioni sulle micro-transazioni. Uno ‘sconto’ che a quanto pare è stato dimenticato. Molto più semplice ‘emendare’ un nuova sanzione per chi ha le spalle piccole”.

Nannizzi osserva anche che questo comporterà un ulteriore aggravio per le imprese, mettendo in difficoltà le attività del commercio e dei servizi più piccole e caratterizzate da margini molto stretti – come i distributori carburanti, i tabaccai, i bar – proprio nel momento in cui la spesa delle famiglie nei negozi è tornata in stallo. Un accanimento che pare inutile, visto che tra il 2014 ed il 2020 i POS nelle imprese sono praticamente raddoppiati, passando da 1,8 a 3,4 milioni (+90%).

“Evidentemente se tutti gli anni continuiamo a invocare la moneta elettronica come soluzione per l’evasione, nonostante non si trovi riscontro proporzionale nel gettito derivante, c’è qualcosa che non torna. E con questi provvedimenti nel frattempo si rende sempre più difficile la vita a tanti piccoli e microimprenditori”.

“Un anno fa il Governo cavalcava l’illusione di cashback e lotteria degli scontrini – conclude Nannizzi –  iniziative che hanno dimostrato presto a tutti i limiti che noi avevamo evidenziato dalla prima ora, fino ad arrivare alla loro sospensione. Ecco perché vanno evitate altre false scorciatoie: se si vuole favorire davvero la moneta elettronica allora si abbassino i costi di esercizio, per le imprese e per le famiglie. A partire dai piccoli pagamenti sotto i 50 euro, che dovrebbero essere esentati dalle commissioni”.

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