L’allarme di Nannizzi, Confesercenti: “Dal 2027 più acquisti online che nei negozi, rischio desertificazione della città”

“Il 2022 è stato un anno migliore dei precedenti, che ha segnato una ripresa del turismo e quindi degli acquisti che non ha niente a che fare con i dati pre covid. – Ha detto ai microfoni di Gazzetta di Siena Leonardo Nannizzi, presidente di Confesercenti Siena, che specifica – a beneficiarne a Siena sono stati soprattutto i pubblici esercizi del settore alberghiero e della ristorazione, mentre i negozi di vendita al dettaglio continuano ad avere grossi problemi, anche in virtù di una grossa e continua guerra che ci viene fatta dalle attività online”.

Una ‘guerra’ che è entrata nel vivo proprio in concomitanza con il periodo del lockdown durante la pandemia, quando i negozi di vicinato erano costretti alla chiusura per motivi di sicurezza sanitaria . “Vorrei ricordare – incalza Nannizzi – che nel periodo del lockdown, all’online è stato permesso di vendere qualsiasi cosa, senza alcun limite o alcun tipo di controllo. Quindi è ovvio che l’online abbia acquistato ancora più terreno rispetto al nostro settore offline”.

Il fenomeno delle vendite online è continuato a crescere, anche a livello locale, nonostante la fine di ogni restrizione, e sta raggiungendo delle dimensioni che dovrebbero preoccupare non solo gli esercenti, ma la cittadinanza tutta. “A livello nazionale – spiega Nannizzi con dati alla mano – è previsto che entro il 2027 la percentuale degli acquisti online degli italiani, sul totale degli acquisti fatti annualmente, supererà la percentuale di acquisti offline. Ad oggi le piccole imprese offline rappresentano il 34% delle attività presso cui acquistiamo, fra il 2027 e il 2028 la cifra scenderà fino al 29% del totale, perché nello stesso periodo è stimato che le vendite online supereranno il 35% di monopolio di vendita”.

Un ribaltamento delle nostre abitudini di acquisto che sta avvenendo di fronte a noi, cui Confesercenti propone di rispondere mettendo mano ad una web tax con una logica di percentuale che superi nettamente il 3% attuale. Il fenomeno della crescita delle vendite online però è già sotto i nostri occhi, e per farsi un’idea della sua entità è sufficiente fare un giro nel centro città, dove i piccoli negozi sono sempre meno e aumentano i locali sfitti o quelli occupati da multinazionali. “Negli ultimi dieci anni si è abbassato tantissimo il livello di apertura e continuità di attività, il 60% delle nuove aperture non resiste mediamente più di tre o cinque anni. – Afferma sconsolato Nannizzi – di conseguenza i locali tornano sfitti, anche per via degli altissimi canoni d’affitto del centro storico, su cui da anni tentiamo di intervenire”.  

Ad aspettarci nel futuro sono quindi delle vere e proprie città fantasma, con negozi e attività chiuse, una notizia drammatica anche in vista di una desertificazione dei centri storici. “I negozi di vicinato hanno anche una funzione legata al sociale, alla vivibilità e alla percezione della sicurezza di un territorio. Insegne accese, porte aperte e gente per strada danno sicurezza, ma rischiamo di veder finire tutto questo. Vi stiamo già assistendo, già oggi le città si stanno trasformando in mangifici e bibitorie, mentre tutte le attività peculiari del territorio vanno perdendosi. Chiediamo di avviare una politica a livello nazionale, che ponga dei presupposti premianti per chi apra un’attività di un certo tipo, insieme all’aumento consistente della web tax”.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui